Sul posto Pompieri e tecnici del Dipartimento del territorio: sospesi i lavori in un cantiere a Stabio. I pescatori vigilano
Un’acqua biancastra e del materiale in sospensione: la settimana scorsa il Laveggio ha cambiato improvvisamente... faccia. Uno stato di cose che non è passato inosservato agli occhi di quanti vivono quotidianamente il fiume, che nasce a Stabio e si getta nel Ceresio a Riva San Vitale. Scattato il passaparola – verbale e sui social –, al capezzale del corso d’acqua del Mendrisiotto sono accorsi i militi del Centro soccorso cantonale Pompieri Mendrisiotto e i tecnici della Spaas, la Sezione della protezione dell’aria dell’acqua e del suolo del Dipartimento del territorio.
Si è presto capito così che all’origine di quella situazione anomala c’era del materiale argilloso proveniente da un cantiere aperto all’altezza della zona industriale di Stabio. Non è scattato l’allarme inquinamento, ma l’autorità cantonale ha chiesto di sospendere i lavori in corso e di prendere tutte le misure del caso. Si potrà ricominciare quando saranno date le dovute garanzie.
Da quanto si è potuto appurare, tutto ha avuto origine da opere di trivellazione avviate nella zona di Stabio. A un certo punto la vasca di contenimento del materiale da cantiere ha tracimato e la polvere d’argilla è finita, prima, nel riale Gurungun e poi nel Laveggio, intorbidendo le acque. A quel punto, constatato il problema, si è fatto in modo di evitare ulteriori immissioni e di attivare le tutele del caso. Da nostre informazioni a livello cantonale, da prassi, si sta valutando se sussistano gli estremi per far scattare dei provvedimenti amministrativi.
Questa volta, insomma, il Laveggio l’ha scampata: niente idrocarburi o sostanze chimiche. Ciò, comunque, non conforta del tutto i pescatori della regione. Che hanno ricevuto, a loro volta, diverse segnalazioni di quanto stava succedendo nel Laveggio. Siete preoccupati?, chiediamo a Ezio Merlo. «Al momento – ci risponde – non abbiamo notato problemi alla fauna ittica. Ma spiace pensare che da poco nel Laveggio la Società pescatori del Mendrisiotto aveva messo a dimora delle uova di trota Fario. Il nostro timore, adesso, è che quel limo, depositandosi sul fondo, possa compromettere i nostri sforzi e avere un’influenza sull’ecosistema del fiume. Terremo, quindi, sotto controllo la situazione anche nei prossimi giorni».
Di sicuro ci vorrà ancora un po’ prima che le acque del Laveggio ritrovino la loro abituale limpidezza.