Nelle acque del fiume si nota ancora la presenza di materiale argilloso. Segnalazione all’Ufficio caccia e pesca
I giorni passano e le condizioni del Laveggio restano immutate. Lungo il corso d’acqua dell’Alto Mendrisiotto, mercoledì, la scena davanti agli occhi di chi vive il fiume non era molto diversa da quella in cui, ormai una settimana fa, si sono imbattuti i primi testimoni della fuoriuscita di materiale argilloso da un cantiere della zona industriale di Stabio. Il colore delle acque, biancastre, è rimasto lo stesso. Così come è ancora evidente la presenza della polvere in sospensione.
Il passaparola è tornato così a correre tra chi ha a cuore le sorti del Laveggio, fiume a cui peraltro è dedicato l’anno 2023. E sul tavolo dell’Ufficio caccia e pesca del Dipartimento del territorio è arrivata una nuova segnalazione, dopo che nei giorni scorsi era stata interessata la Spaas, la Sezione protezione aria, acqua e suolo. I pescatori della regione hanno ricevuto l’assicurazione che un emissario sarebbe andato sul posto per rendersi conto di persona della situazione.
Appena notato l’accaduto e risaliti all’origine del materiale da cantiere riversato nel fiume, le autorità cantonali sono intervenute nei confronti dell’impresa impegnata, da quanto appurato, in opere di trivellazione, e hanno chiesto di sospendere i lavori, in attesa di ricevere tutte le garanzie del caso. Tant’è che, sempre a livello cantonale, ci si è riservati di valutare l’applicazione di eventuali provvedimenti amministrativi.
L’attenzione resta, quindi, alta anche tra i pescatori del Distretto, preoccupati per le possibili conseguenze della presenza di materiale da scavo sulla fauna ittica e sull’ecosistema fluviale. Come ha spiegato da queste colonne Ezio Merlo, di recente la Società pescatori del Mendrisiotto aveva introdotto nel Laveggio delle uova di trota Fario.