Sui Piani regolatori il Municipio intende giocare d’anticipo. Con l’obiettivo di tutelare i comparti sensibili
Mendrisio ha il suo futuro tra le mani. E il Piano direttore comunale (Pdc) sarà una bussola preziosa per indirizzare la politica territoriale. Lì la Città sta concentrando i suoi sforzi con l’obiettivo, dichiarato, di tutelare le superfici sensibili del paesaggio che, assicura lo stesso Municipio, sono "ancora molte". Da quel documento si partirà per mettere le mani sui Piani regolatori (Pr), che oggi appaiono sovradimensionati. L’autorità locale, del resto, ha tutta l’intenzione di anticipare le richieste del Cantone, che ha fissato una scadenza ben precisa. Dall’entrata in vigore della scheda R6 del Piano direttore (il settembre scorso), i Comuni hanno circa quattro anni di tempo per elaborare il cosiddetto Pac, il Programma di azione comunale, e rivedere i Pr.
L’esecutivo cittadino, in ogni caso, si è già messo al lavoro. "Il Municipio – si fa sapere rispondendo agli interrogativi sollevati dal gruppo dell’AlternativA – sta impostando le strategie per ridurre il potenziale edificatorio dei propri Piani regolatori, con l’obiettivo principale di tutelare i comparti paesaggisticamente più sensibili in linea con le strategie del Pdc e in attesa di ratifica dello stesso da parte del Consiglio comunale". Ai suoi occhi sarà importante avere una "visione unitaria" prima di procedere con misure puntuali (come l’istituzione di zone di pianificazione), senza "incappare in scelte arbitrarie".
Il territorio della Città, si riconosce ancora, ha "subito un’urbanizzazione non sufficientemente controllata". Di conseguenza, il Municipio è "conscio che un riordino del paesaggio sarà possibile solo a lungo termine. Ciononostante ritiene doveroso intervenire il più presto possibile per salvaguardare le zone più sensibili e sviluppare il concetto di sviluppo centripeto".
D’altro canto, gli esami per le domande di costruzione non finiscono mai, in particolare se ci si muove in un comparto delicato. Come stabilito di recente da una sentenza del Tribunale federale – sul tavolo un caso nel Canton Vaud –, una istanza può essere negata non solo a causa del potenziale sovradimensionamento di un Comune, ma altresì per la presenza di alloggi vuoti. Tra gli interessi in gioco, come fa presente l’esecutivo, entrano quindi anche la "posizione, l’urbanizzazione e il paesaggio".