L’incarico di elaborare il Piano direttore comunale è andato allo studio Paola Viganò. Filippo Lombardi: ‘Uno strumento necessario per il futuro’
È in dirittura d’arrivo il piano direttore comunale (PdCom) di Lugano: il Municipio ha rettificato quest’oggi la decisione sull’assegnazione del mandato. «Si tratta di uno strumento fortemente voluto dall’esecutivo. Lo aspettavamo da tempo e permetterà di lavorare e affrontare le importanti sfide future, come ad esempio la questione legata ai piani regolatori», spiega il capodicastero sviluppo territoriale Filippo Lombardi, che ha ereditato il dossier da Angelo Jelmini. L’incarico è stato attribuito al gruppo guidato dalla studio Paola Viganò, selezionato tra gli undici che si erano dimostrati interessanti. «Il Municipio in ogni caso approfondirà ancora il tema in vista della presentazione al pubblico». Sempre l’esecutivo inizierà a lavorare con il gruppo nei primi mesi del prossimo anno, per approfondire la visione del piano direttore che si vuole concretizzare entro la fine della legislatura corrente. L’esposizione dei progetti dei tre gruppi giunti alla fase finale di selezione verrà inaugurata lunedì 24 gennaio alle 18 al palazzo dei Congressi. Dal giorno seguente i lavori saranno invece visibili nel parco e nella limonaia di Villa Saroli. A valutare le visioni proposte dai tre gruppi per il piano regolatore è stato un collegio di esperti, presieduto dall’architetto Franz Oswald. Nel corso del prossimo anno verranno inoltre promosse delle iniziative per coinvolgere la popolazione e renderla partecipe del processo.
Il piano direttore permetterà quindi al Municipio di affrontare finalmente una tematica sul tavolo da tempo, quella legata alla creazione di un unico piano regolatore. «Al momento ci troviamo in una situazione con 21 sezioni, che sono gli ex comuni prima dell’aggregazione, e addirittura 23 piani regolatori differenti. Il piano direttore comunale, una volta fissato, permetterà di procedere con i lavori sui piani regolatori. Si tratta come detto di uno strumento, che non deve essere sottoposto al Consiglio comunale e non è referendabile. Lo saranno invece i piani regolatori, ma questi verranno trattati solo in un secondo momento». I vari gruppi erano stati coinvolti dall’ottobre del 2020 nell’ambito dei mandati di studio paralleli. Oltre allo studio Paola Viganò, con il progetto “Lugano 2050: una visione e una proposta di piano”, erano al lavoro anche la Kcap con “Nuova Lugano, Dna di una Città territorio” e il consorzio Pensare Lugano con “Lugano Città Parco”. «Non si è trattato di un concorso vero e proprio. È stato dato un mandato parallelo. Quindi vengono incaricati e remunerati vari studi. Alla fine non c’è un vero e proprio vincitore, si sceglie il progetto più affine alle necessità e si integrano dagli altri studi elementi interessanti che possono offrire un valore aggiunto», ha proseguito Lombardi. A far cadere la scelta, indicata all’unanimità dagli esperti come la più valida, sono stati “la capacità di lettura del territorio e delle sue peculiarità e un programma dei lavori estremamente chiaro in cui traspare un approccio alla comunicazione che può facilitare la costruzione del consenso”, si legge nel comunicato. Una fine dell’iter che appare quindi prossima: «È quello che aspettavamo. La procedura è stata rallentata dalle aggregazioni, che hanno richiesto ulteriori riflessioni». L’obiettivo finale non è comunque quello di arrivare a un piano regolatore unico per tutto il territorio comunale. «Tendenzialmente andremo verso piani per comparti. Le zone delle valli hanno infatti esigenze concrete differenti da quelle del centro. Ovviamente non resteremo a 23 come ora, ma non si arriverà probabilmente nemmeno a un solo piano. Ora si tratta più che altro di un lavoro intellettuale da parte del Municipio».
Un percorso simile è anche quello legato alla riqualifica del Lungolago, che è stato oggetto di uno studio separato. «Le due procedure hanno qualcosa in comune, anche se la dimensione del territorio interessato è decisamente diversa: per il piano direttore si tratta di tutto il comune con i suoi 75 chilometri quadrati, per il Lungolago di una zona ristretta. In entrambi i casi si è proceduto con mandati di studio paralleli. È chiaro che i due progetti sono destinati a incrociarsi, a livello di piani regolatori». Per quanto riguarda il progetto del Lungolago la palla al momento è nelle mani del dicastero. «Lo studio più vicino alle necessità sembra essere quello del gruppo Long Lake. La nostra amministrazione sta lavorando per integrare elementi o proposte specifiche degli altri progetti».