Interrogazione al Municipio a margine del referendum ‘Salva viale Cattori’ sull'iter seguito finora dal Municipio
“L’ostinata manipolazione e carenza d’informazione, la divulgazione di rendering irrealistici, la forzatura di procedure colme di vizi formali, sono stati portati avanti con imperturbabile fermezza e con l’unico scopo di far passare a tutti i costi un progetto basato su visioni e fantasie condivise unicamente da chi intravede interessi privati e lucrosi guadagni personali. Ciò ha portato unicamente dissenso e confusione nell’opinione pubblica, oltre a un indecente accumulo di ritardi e a un ingente sperpero di preziose risorse finanziarie”. È il quadro dell’iter di avvicinamento al nodo intermodale in Stazione Ffs tracciato da Muralto Democratica con un’interrogazione al Municipio. Interrogazione che prende spunto dalla recente raccolta di 9’779 firme valide nell’ambito della domanda di referendum lanciata dal Comitato Salva viale Cattori, che porterà la popolazione ticinese alle urne (la data della votazione è stata fissata al prossimo 18 maggio). Oggetto del referendum è lo stanziamento, in Gran Consiglio, del credito di 7,1 milioni di franchi con autorizzazione alla spesa di 16,6 milioni per riorganizzare il nodo intermodale.
Considera Muralto Democratica che dalle raccolte firme (la domanda di referendum è la terza della serie, ndr) “è emerso che oltre il 60 per cento della percentuale degli iscritti a catalogo che normalmente votano a Muralto – a malapena il 50 per cento (ultime votazioni 43,5 per cento) – hanno manifestato con la loro sottoscrizione, la propria inequivocabile contrarietà alla realizzazione del nodo intermodale della stazione Ffs di Locarno-Muralto mediante la variante di base. Un chiaro e netto segnale di dissenso popolare che avrebbe già dovuto da tempo imporre a livello comunale una serie di riflessioni e un deciso passo indietro”. Cosa che invece non è successa.
Su tutte queste basi poggia la lunga serie di domande rivolte al Municipio. Fra esse, quelle sul ruolo avuto da sindaco (Stefano Gilardi) e vicesindaco (Renato Canziani) “nell’intera gestione relativa alla pianificazione del nodo intermodale”, ai quali viene chiesto se ritengano di aver “agito eticamente, nell’interesse di popolazione, territorio, commercianti, sicurezza e ambiente”. Sempre a loro viene chiesto cosa significhino le quattro raccolte firme: "130 firme raccolte tra commercianti e residenti di Muralto, 561 firme vidimate di muraltesi raccolte per il lancio della domanda di referendum comunale, oltre 4’000 firme in poco più di 30 giorni raccolte per il lancio della petizione Salva viale Cattori e 9’779 firme raccolte per il lancio della domanda di referendum cantonale”.
Ancora fra le domande, viene toccato il tasto dell’edificabilità del sedime Ffs a nord della stazione, ricordando che “la decisione relativa alla variante ‘Comparto Stazione’ – ottobre 2019, adottata dal Consiglio comunale il 12 ottobre 2020, che prevedeva tra l’altro la trasformazione del sedime di proprietà delle Ffs in una lucrosa opportunità immobiliare con 12'400 metri quadrati di superficie utile lorda (Sul) realizzabili – è stata annullata dal Consiglio di Stato con sentenza del 10 novembre 2021 per i molteplici vizi formali. Di conseguenza rimangono aperti tutti gli scenari possibili per la realizzazione di un Piano particolareggiato sostenibile e realizzabile nel rispetto di cittadinanza, commercianti, territorio, sicurezza e ambiente”.
Ciò premesso, a sindaco e vicesindaco viene chiesto se siano “sempre intenzionati a portare avanti comunque una variante di Pr per il ‘Comparto stazione’ che permetta alle Ffs un’edificabilità di 9’150 metri quadrati di Superficie utile lorda (Sul) per abitazioni e di 3'250 metri quadrati di Sul per spazi commerciali non necessari e che danneggeranno inevitabilmente chi già opera sul territorio”. L’interrogazione è firmata da Gian-Luigi Varini, Bibiano Monotti, Chantal Stalder, Elois Stalder, Silene Farine, Michèle Morinini e Fausto Bonetti.