Mendrisiotto

Pena sospesa per il 32enne dei soldi contaminati

L'uomo, fermato al valico di Brogeda con ventimila euro contaminati da cocaina, è stato condannato per riciclaggio di denaro

Archivio Ti-Press
26 febbraio 2019
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Quando è stato fermato dalle Guardie di confine a Chiasso Brogeda, il 28 gennaio dell’anno scorso, era in possesso di 21’600 euro risultati fortemente contaminati da cocaina. Una parte, 6’100 euro, sulla sua persona, il rimanente occultato nel vano portaoggetti del  cruscotto lato passeggeri. Un’azione che lo ha portato a un’accusa di riciclaggio di denaro e a una condanna a 120 aliquote giornaliere sospese per un periodo di prova di due anni.

La vicenda è stata ricostruita stamattina dalla corte delle assise correzionali di Mendrisio presieduta dal giudice Marco Villa, chiamata a giudicare il 32enne albanese fermato a bordo di un’auto con targhe italiane mentre si apprestava ad entrare in Svizzera.
L’uomo ha sempre contestato l’accusa, sostenendo che i soldi fossero di sua proprietà. Era diretto a Düsseldorf dove, per conto di cugini, avrebbe dovuto acquistare delle auto. Il 32enne era arrivato il giorno prima dalla Grecia ed è stato ospitato da un conoscente a Milano. “Mi ha accolto un paio di giorni per farmi risparmiare: non voglio che abbia problemi per causa mia”, si è giustificato l’imputato, che non ha mai fatto il nome di questa persona. Ha però ammesso di avere detto “qualche bugia perché ho panicato” quando dai controlli delle Guardie di confine è emersa la contaminazione con la cocaina. I successivi controlli hanno fatto emergere anche tracce di paracetamolo ed eroina nella vettura.

Per la procuratrice pubblica Pamela Pedretti, “sono i dettagli che sostanziano la verità”. L’uomo ha infatti dichiarato di non essere mai stato in Svizzera, “ma i riscontri oggettivi lo collocano in transito una settimana prima nella stessa fascia oraria”. E anche il taglio delle banconote – su 444, 417 erano pezzi da 50 e 20 euro – “testimoniano la provenienza illecita”. La pp ha quindi chiesto una condanna a 150 giorni sospesi per un periodo di prova di due anni. Nel decreto d’accusa al quale il 32enne si è opposto la richiesta di pena era di 120 giorni sospesi.

L’avvocato Massimo Quadri si è battuto per il proscioglimento dall’accusa di riciclaggio. “Ha dichiarato 6’100 euro e ha nascosto gli altri perché temeva di dover pagare i dazi”. Nella somma “c’erano anche 2’700 euro in banconote da 100: questo permette di escludere che siano frutto di reato in quanto difficilmente nella vendita al dettaglio di droga si usano banconote di grosso taglio”. Il 32enne ha presentato delle attestazioni che testimoniano la cessione del denaro dei parenti e il successivo cambio dello stesso in euro. Per la corte si è però trattato di “prove difensive create ad hoc”.

Il giudice Villa ha optato per una pena pecuniaria perché le verifiche effettuate hanno permesso di stabilire che il casellario dell’uomo è pulito in Svizzera, Italia, Germania e Austria.