I ricorrenti 'vigileranno', in attesa della decisione del Cantone. Noseda: 'Stiamo valutando se lanciare un'iniziativa popolare per vietare queste kermesse'
Il Rally Ronde del Ticino si farà. E nel fine settimana si correrà anche la prova speciale 'Penz' sulle strade del Mendrisiotto, a Novazzano e Chiasso-Seseglio. La decisione firmata dal presidente del gioverno Claudio Zali è netta: nessun effetto sospensivo. «Qui abbiamo perso», riconosce il professor Giorgio Noseda, alla testa del drappello di ricorrenti. La partita, però, ci fa capire subito dopo, non è ancora chiusa. Adesso, insomma, sarà importante vedere come si pronuncerà il Consiglio di Stato sugli argomenti messi sul tavolo dai contrari: la richiesta tardiva presentata dagli organizzatori della gara, che cozza con i tempi di ricorso; la violazione del Piano di risanamento dell'aria (Pra); e l'impatto dell'evento sul territorio. «Tutti argomenti che in questo caso – annota ancora Noseda –, non sono stati neanche sfiorati. Quindi, davanti alle risposte cantonali valuteremo il da farsi e se ripresentarci di fronte al Tribunale cantonale amministrativo». Lo stesso Tribunale che, il marzo scorso, aveva dato ragione a quanti – associazioni ambientaliste, forze politiche e 141 cittadini – nel Mendrisiotto avevano chiesto di dare lo ‘stop’ alla manifestazione, prevista (nel 2017) durante il periodo di divieto sancito dal Pra per le manifestazioni motoristiche, che va dal 15 giugno al 31 agosto.
Non che sia cambiato qualcosa per chi anche quest’anno si è messo di traverso al Rally. Di fatto, ribadisce Noseda, le ricognizioni, al pari delle verifiche tecniche a Balerna e la presentazione degli equipaggi a Chiasso avranno luogo venerdì 31 agosto, ultimo giorno di divieto secondo il Piano. Motivo più che sufficiente, si fa capire, per non abbassare la guardia. «Durante lo svolgimento dell’evento vigileremo – ci conferma il professore –; e se venerdì sul percorso si avvisteranno auto da corsa o sabato si noteranno delle irregolarità, lo denunceremo».
E non è detto che i promotori del ricorso si fermino qui. Avete in animo di compiere altri passi? «In effetti, – spiega Noseda – stiamo soppesando la possibilità di lanciare una iniziativa popolare per vietare queste manifestazioni e chiudere il discorso. Penso sia fattibile, soprattutto nel Mendrisiotto, raccogliere le 7mila firme necessarie».