Dopo il 'no' all'effetto sospensivo, si valuteranno i prossimi passi. L'opzione c'è. Noseda:'Raccogliere 7mila firme è fattibile'
I 150 partecipanti alle sei prove speciali già scaldano i motori. Il Rally Ronde del Ticino questo fine settimana si farà: come da programma; come nel 2017. L’effetto sospensivo invocato da Associazioni ambientaliste e partiti (Verdi e Ps del Mendrisiotto e Mps), oltre che da alcuni privati cittadini che vivono sul tracciato – firmatari di un ricorso, come riferito da ‘laRegione’ di ieri – non è stato concesso, nemmeno stavolta. Anzi, già tolto, non è stato riattivato. Soppesati gli interessi (contrapposti) degli organizzatori della kermesse motoristica e dei ricorrenti, la bilancia ha pesato a favore dei primi. Il che ha portato il presidente del Consiglio di Stato Claudio Zali a respingere l’istanza, come scandisce la decisione firmata ieri.
Far calare una sospensione, si legge nella decisione, “impedirebbe di fatto lo svolgimento della gara”. In più, scaduta l’autorizzazione staccata dalla Sezione della circolazione, non resterebbe che archiviare in via definitiva il Rally per quest’anno E ciò, si motiva, “comporterebbe un pregiudizio irreparabile per l’istante e organizzatore”. Morale: la manifestazione sportiva incombe e sarà limitata nello spazio e nel tempo, quindi “si ritiene che non siano dati i presupposti per ripristinare l’effetto sospensivo al gravame dei ricorrenti, essendo sicuramente meno gravido di conseguenze irrimediabili far sopportare ai ricorrenti gli inconvenienti derivanti dall’esecutività dell’autorizzazione, nell’attesa del giudizio di merito”.
«Qui abbiamo perso», riconosce il professor Giorgio Noseda, alla testa del drappello di ricorrenti, facendo capire, altresì, che la partita non è ancora chiusa. Adesso sarà importante vedere come si pronuncerà il governo sugli argomenti messi sul tavolo dai contrari. «Argomenti che in questo caso – annota ancora Noseda –, non sono stati neanche sfiorati. Quindi, davanti alle risposte cantonali valuteremo il da farsi, dunque se ripresentarci di fronte al Tribunale cantonale amministrativo». Lo stesso Tribunale che, il marzo scorso, aveva dato ragione a quanti – associazioni ambientaliste, forze politiche e 141 cittadini – nel Mendrisiotto avevano chiesto di dare lo ‘stop’ alla manifestazione, prevista (nel 2017) durante il periodo di divieto sancito dal Pra, il Piano di risanamento dell’aria, per le manifestazioni motoristiche, che va dal 15 giugno al 31 agosto.
Non che sia cambiato qualcosa per chi pure nel 2018 si è messo di traverso al Rally. Di fatto, ribadisce Noseda, le ricognizioni, al pari delle verifiche tecniche a Balerna e la presentazione degli equipaggi a Chiasso avranno luogo venerdì 31 agosto, ultimo giorno di divieto. Motivo più che sufficiente, si fa capire, per non abbassare la guardia. «Durante lo svolgimento dell’evento vigileremo – ci conferma il professore –; e se venerdì sul percorso si avvisteranno auto da corsa o sabato si noteranno delle ‘irregolarità’, lo denunceremo». E non è detto che i promotori del ricorso si fermino qui. Avete in animo di compiere altri passi? «In effetti, – spiega Noseda – stiamo ragionando sulla possibilità di lanciare una iniziativa popolare per vietare queste manifestazioni e chiudere il discorso. Penso sia fattibile, soprattutto nel Mendrisiotto, raccogliere le 7mila firme necessarie».
Il primo firmatario del ricorso, del resto, non dimentica di essere un medico. «Penso di lottare per una causa giusta: la gente di buon senso lo comprende – ci dice Giorgio Noseda –. D’altro canto, anche questa estate i valori dell’ozono più volte hanno superato i valori soglia di 180 microgrammi al metro cubo. È vero, la situazione dello stato di salute dell’aria mostra dei miglioramenti, ma non siamo ancora nella norma». Ecco perché Noseda insiste da tempo su una questione di principio. «Il governo in primis deve dare alla popolazione dei segnali educativi, e non il contrario come nel caso del Rally».
In realtà c’è già chi, in Ticino, sta provando a vietare tutto l’anno le manifestazioni motoristiche nel Mendrisiotto e negli agglomerati di Lugano, Locarno e Bellinzona. Sono tre granconsiglieri del Ps, Ivo Durisch, Carlo Lepori e Daniela Pugno, che la primavera scorsa hanno depositato davanti al governo una mozione. Sin qui, però, la richiesta non ha fatto breccia. Non nel Consiglio di Stato, almeno, il quale giusto in questi giorni – incrociando il ricorso dei contrari al Rally – ha bocciato l’idea. Ad oggi, spiega l’autorità cantonale, le limitazioni temporali e geografiche – oltre al contingente annuo di 10 eventi – ancorate nel Piano di risanamento dell’aria (Pra) aggiornato a fine 2017, risultano essere “sufficienti”. Al contrario, si esplicita, appare “sproporzionata” la proposta socialista di allargare il veto. Non solo, dire di ‘no’, si ribadisce, non pregiudica il raggiungimento degli obiettivi strategici sul fronte ambientale. Di più: “Priva di particolari effetti pratici, la mozione in esame palesa connotazioni ideologiche e si pone in potenziale conflitto con la libertà individuale di praticare o anche solo assistere a eventi connessi all’automobilismo”. Per coerenza, si richiama, “andrebbe parimenti richiesto il divieto di meeting aviatori, raduni di motociclisti, concerti o addirittura di gare ciclistiche il cui numeroso seguito percorre il tracciato di gara in automobile e il cui pubblico si reca in auto ad affollare il tracciato, proprio come avviene per un rally automobilistico”. I tre parlamentari insistono, da parte loro, sul fatto che lo stato della qualità dell’aria in Ticino oggi è “molto preoccupante”; anche a fronte di un traffico in “costante aumento”. Il Cantone, in ogni caso, continua a confidare sui rimedi (incluse le misure d’urgenza) adottati sin qui. “La riduzione dell’inquinamento atmosferico – rassicura il governo – è, e rimane, un obiettivo strategico da perseguire anche in futuro”. Guardando al presente e al passato prossimo, «la strategia di lotta contro l’inquinamento atmosferico, basata sull’attuazione di provvedimenti duraturi fissati dalle norme federali, dai regolamenti cantonali e dalle misure contenute nel Pra, ha consentito di raggiungere notevoli progressi”.