Per i contrari il Cantone ha lanciato un messaggio diseducativo. Per gli organizzatori della manifestazione, invece, si sta già pensando all'edizione 2018
I contrari avevano ragione. In quella settimana di giugno (fra il 23 e 24) del 2017 il rally era ‘off limits’. Anniversario o meno, non si poteva fare alcuna eccezione per la prova speciale ‘Penz’ sulle strade di Balerna, Novazzano e Chiasso (Seseglio). A dirlo, del resto, è il Tribunale cantonale amministrativo. Per il Tram bisognava rispettare la norma del Pra, il Piano di risanamento dell’aria. O meglio non si poteva derogare dal fatto che dal 15 giugno al 31 agosto nel Mendrisiotto le manifestazioni motoristiche sono vietate. Questione di smog, anzi di tutela della salute delle popolazioni locali, già messe a dura prova dai tassi di inquinamento stagionali che incombono sul distretto. Un motivo, questo, che aveva animato la protesta di 141 cittadini, associazioni ambientaliste e forze politiche (Verdi e Ps), tanto da appellarsi appunto ai giudici. E dopo nove mesi di ‘gestazione’, nei giorni scorsi è arrivato il verdetto, favorevole ai ricorrenti. Ergo: il via libera staccato dalla Sezione della circolazione – e controfirmato dal governo – era “illegittimo”. Tanto più che un’altra Sezione del Dipartimento, la Sezione protezione aria, acqua e suolo, aveva dato preavviso negativo. A mente del Tribunale l’autorizzazione è da ritenere “inadeguata e illecita”. E nessuna delle motivazioni portate dalla Sezione della circolazione giustificava di discostarsi dalla regola temporale del Piano di risanamento dell’aria.
Tra le righe della sentenza emerge poi in modo chiaro il nodo ambientale. La misura dettata dal Pra, esplicita il Tram, ha “anzitutto una valenza educativa, in quanto volta a sensibilizzare la popolazione sui problemi ambientali”. Basta dire, ricordano ancora i giudici, che fra il giugno e l’agosto dell’anno scorso solo a Chiasso i tassi di ozono hanno superato 68 volte il valore orario medio (di 120 microgrammi per metro cubo): l’Ordinanza federale concederebbe una sola eccezione l’anno. Di fatto, non si può dimenticare l’interesse pubblico delle indicazioni ancorate al Piano. E qui sta il punto per i ricorrenti, che incassano la vittoria ma non abbassano la guardia. «Di fatto in questo caso l’autorizzazione cantonale ha lanciato un messaggio grandemente diseducativo – scandisce il professor Giorgio Noseda, primo firmatario del ricorso –. Anche perché, nella sostanza, il Cantone ha infranto un regolamento da lui stesso promulgato. In effetti trovo tutta questa situazione schizofrenica. Da una parte il governo ha preso e sorretto tutta una serie di provvedimenti per migliorare la qualità dell’aria – e si è visto dai rapporti annuali che l’inquinamento è in leggera e costante diminuzione –, dall’altra dà parere favorevole a un rally in un momento in cui vige un veto e in un distretto che rimane la regione più inquinata della Svizzera». Il rischio di segnali contraddittori, in effetti, è evidenziato anche dal Tram. Ciò che più sconcerta oggi i contrari, d’altro canto, è proprio il comportamento dell’autorità cantonale. «Anche dopo la pubblicazione della decisione del Tribunale – commenta Simona Arigoni Zürcher, consigliera comunale dei Verdi a Balerna –, da parte del Cantone non si è fatto cenno a una assunzione di responsabilità. Come se fosse naturale e non importante non ossequiare le norme». La querelle sul rally nel Mendrisiotto, comunque, non è finita. Non dopo l’intenzione dei promotori di tornare sulle strade locali, anche se fuori dal periodo vietato (almeno dopo un ripensamento, all’inizio si parlava di 31 agosto) e nonostante il ‘no’ di Balerna, in controtendenza rispetto a Novazzano e Chiasso (cfr. ‘laRegione’ dell’8 marzo). «Siamo alla presa in giro – annota senza perifrasi Noseda –. Hanno atteso lo scadere della norma, l’1 settembre, come se 24 ore dopo i valori d’inquinamento si azzerassero». Per i ricorrenti la partita non è chiusa.