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Processo Casinò di Campione, 2,9 milioni di euro al Comune

All’incirca la stessa cifra entrerà anche nelle casse della casa da gioco. La Banca Popolare di Sondrio non si costituisce parte civile

La casa da gioco
(Ti-Press)
7 ottobre 2024
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Torna in aula con una significativa novità il processo nei confronti dei dieci indagati, accusati di bancarotta, per la gestione del Casinò di Campione d’Italia (chiuso nell’estate 2018 per via degli oltre 133 milioni di euro di debiti). La novità sta nel fatto che la Banca Popolare di Sondrio, che nel processo vede implicati due suoi funzionari, ha chiesto e ottenuto dal Comune e dalla Casinò di Campione – società di gestione della casa da gioco – di non costituirsi parte civile in cambio di un risarcimento del danno.

L’offerta della Banca Popolare di Sondrio, valutata positivamente da un esperto nominato dal Comune, è stata approvata anche dall’Organo straordinario di liquidazione. Al Comune vanno 2,9 milioni di euro, al Casinò poco più di 3 milioni. La somma riconosciuta al Comune sarà accredita all’Osl che con notevoli difficoltà sta ripianando i debiti comunali. Gli indagati sono gli ex sindaci dell’enclave, in carica nel periodo compreso fra il 2013 e il 2018, i due ex amministratori delegati (nei loro confronti l’accusa contesta anche il reato di appropriazione indebita), i quattro componenti del Cda della casa da gioco e due funzionari della Banca Popolare di Sondrio. L’udienza preliminare è fissata per mercoledì 9 ottobre in Tribunale a Como: la gup deve decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dal pm Antonia Pavan, sostituto della Procura Lariana. Comune, Casinò di Campione d’Italia e i Commissari si sono costituiti parte civile.