La ditta, che chiuderà la sua sede ticinese, ha trovato un accordo con il sindacato Transfair riguardo alcune misure a favore del personale colpito
Sei mesi di disdetta, per tutti, a partire dalla fine di marzo 2025. Questo il bottino, che il sindacato giudica piuttosto magro, delle consultazioni tra Transfair e la Sps Switzerland Sa di Bedano, iniziate alcune settimane fa. L’azienda ha infatti comunicato l’intenzione di chiudere l’anno prossimo la propria sede ticinese per spostare le attività in Svizzera tedesca. Ai dipendenti verrà data l’opportunità di trasferirsi su ma, vista sia la lontananza geografica sia la forte specializzazione del lavoro, questa appare un’ipotesi remota. I 17 collaboratori sono pertanto a forte rischio di perdita del posto di lavoro.
Nel dettaglio, stando a una nota di Transfair, “secondo quanto annunciato dall’azienda, solo due persone su 17 adempivano le condizioni poste dal Contratto collettivo di lavoro (Ccl) per beneficiare di 5 mesi di disdetta e solo sei persone si sono dette possibiliste in merito a un eventuale trasferimento in Svizzera tedesca”. Per tutti gli altri collaboratori, continua il sindacato, “si prospettava quindi una disdetta ordinaria. Sps ha però convenuto di concedere un preavviso di sei mesi a tutti i collaboratori toccati dalla chiusura”, dunque “verrà data disdetta a tutti in egual misura per la fine del mese di marzo 2025”. Tradotto: entro la fine di settembre 2025 si chiuderanno i battenti.
L’azienda, con sede anche a Härkingen (Soletta) e Müllingen (Argovia), “ha confermato inoltre la disponibilità di finanziare dei corsi di formazione per permettere al personale di migliorare le proprie possibilità di ricollocamento”. Nonostante questo, Transfair non è “totalmente soddisfatto in quanto queste misure non coprono minimamente il disagio che andrà a colpire il personale coinvolto”. Il sindacato ha quindi fatto delle richieste supplementari per andare incontro alle esigenze dei lavoratori, “alle quali però Sps ha risposto con una certa chiusura”. Infine, alla richiesta di mettersi in contatto con le aziende simili della regione che cercano personale “l’azienda ha risposto in modo negativo sostenendo di non avere una rete di conoscenze sufficiente in Ticino”.
Un esito nell’insieme piuttosto deludente quindi, il sindacato infatti “si aspetta una maggiore responsabilità sociale da parte dell’azienda”, non avendo percepito “un impegno attivo e concreto” da parte di Sps, così come previsto dal Ccl. Le trattative in ogni caso non sono ancora terminate e Transfair si augura “un riscontro migliore di quello avuto oggi in merito alle proposte formulate in favore del personale”, entro la metà di ottobre.