Il sindacato contesta che la direzione sia intervenuta tempestivamente, criticando la scarsa chiarezza nei confronti dei dipendenti licenziati
L’azienda descriverebbe una «realtà diversa da quanto accaduto». Non si è fatta attendere la replica del sindacato Ocst alla nota odierna di Guess, che ha dato una propria versione dei fatti rispetto alla diatriba sindacale in corso nella ditta di Bioggio che, lo ricordiamo, tocca una ventina di collaboratori. Questi ultimi sono stati licenziati dopo aver segnalato una serie di presunte problematiche – dal mobbing a discriminazioni di vario genere, da ritorsioni a persino minacce – che avrebbero subito nel corso di anni da parte di un vicedirettore. L’azienda attiva nel campo della moda ha precisato che le disdette sarebbero avvenute a seguito di una perdurante assenza dei collaboratori. Ma Ocst ritiene doveroso mettere i puntini sulle i.
«In primo luogo – ci dice il vicesegretario per il Luganese dell’Ocst, Paolo Coppi – le segnalazioni riguardo alla conduzione scorretta del team sono avvenute in un lasso di tempo molto più ampio e le ‘asserite difficoltà’ riguardavano situazioni e ambiti tanto delicati da necessitare indagini tempestive. Affermare di aver gestito l’emergenza ‘immediatamente’ è quanto meno discutibile. Crediamo che la situazione sia diventata oggetto di attenzione da parte della direzione solo quando oggettivamente insanabile». Altro punto controverso, è quello legato allo status lavorativo del superiore. Secondo la versione dei dipendenti, questo sarebbe stato sospeso temporaneamente e poi addirittura reintegrato. L’azienda, nel comunicato, parla invece di un “allontanamento definitivo”. Oggi, come già un paio di giorni fa quando la vicenda è emersa, abbiamo cercato di contattare Guess per capire meglio alcuni aspetti poco chiari, tra i quali questo, ma invano.
In ogni caso, Coppi difende la versione dei collaboratori. «Nella delicata fase di verifica della veridicità dei gravi fatti segnalati, l’unico provvedimento che è stato comunicato alle persone coinvolte, è stata la sospensione temporanea del superiore e non il suo ‘definitivo allontanamento’, fatto di cui si prende atto solo ora». E siccome Guess spiega le disdette con le assenze dei dipendenti, Ocst le giustifica con una «inabilità per gravi motivi medici dovuta al fatto, gravissimo e puntuale, che, pur sospeso, il superiore si è presentato in azienda sfidando apertamente il team e generando in loro un senso di smarrimento. Non si sono sentiti tutelati dall’azienda e da quel momento si è persa la relazione fra le parti». Inoltre, «non stiamo parlando di una ‘perdurante assenza’: diventa tale nel momento in cui l’azienda segnala al collaboratore di rientrare al lavoro. Invece, sempre secondo le testimonianze, ai dipendenti sono stati bloccati gli accessi e gli account aziendali. L’azienda avrebbe potuto richiamare i dipendenti uno a uno e spiegar loro che desideravano allontanare a tempo indeterminato questa persona e chiedere loro di rientrare. Questa comunicazione non è mai avvenuta».
E a proposito di comunicazione, l’Ocst precisa che il team di dipendenti «ha appreso solo ora che il motivo delle disdette, singole e ordinarie, è per ragioni organizzative. Quando avrebbero segnalato ai collaboratori questa necessità? Come sono stati coinvolti nelle valutazioni? Sono state compiute le eventuali riflessioni sulle procedure in caso di licenziamento collettivo?». Coppi infine, ritenendo «lodevole» l’intenzione di voler chiarire di Guess si dice fiducioso che «seppur estremamente compromessa, la situazione si possa ancora ricomporre. Ma per chiarirsi bisogna parlarsi».