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Campione e gli ‘stipendi d’oro’ dei dipendenti comunali

Nonostante la crisi, e a differenza di quelli degli impiegati al casinò, i salari sono rimasti molto elevati anche dopo il dissesto finanziario

Chi tira la cinghia e chi no
(Ti-Press)
29 luglio 2024
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Il Quirinale ha trasmesso al Ministero dell’interno la lunga lettera che lo scorso giugno Simone Verda e Gianluca Marchesini, consiglieri comunali di minoranza di Campione d’Italia, hanno inviato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per sottoporgli un problema che non è di oggi, in quanto si trascina da decenni. Ovvero, quello degli ‘stipendi d'oro’ dei dipendenti comunali. Stipendi che, a differenza di quelli dei dipendenti del casinò (più che dimezzati dopo la riapertura della casa da gioco), sono rimasti uguali anche dopo il dissesto finanziario dell’estate 2018.

Oltre 15mila euro la segretaria, 10mila i vigili

Stando ai consiglieri della lista Campione 2.0, oltre 15mila euro il compenso mensile della segretaria comunale, 10mila quello dei due vigili urbani (erano 24 prima del dissesto finanziario che aveva comportato una drastica riduzione dell’organico del Comune, passato da 103 agli attuali 13 a tempo pieno e 3 part-time). Nella lettera al capo dello Stato pongono l’accento sul fatto che il Comune spende annualmente per i dipendenti comunali 2,7 milioni di euro, somma che rappresenta il contributo annuale di 10 milioni di euro che lo Stato italiano riconosce al Comune di Campione d’Italia, che continua a essere alle prese con debiti milionari. La trasmissione dal Quirinale al Viminale della lettera di Verda e Marchesini è dovuta al fatto che la competenza in materia di enti locali non è del capo dello Stato, ma del Ministero dell’interno, che sia l’ex commissario prefettizio Giorgio Zanzi che l’attuale sindaco Roberto Canesi hanno più volte chiamato in causa, sollecitando un suo intervento.

Debitori e creditori al medesimo tempo

C’è da osservare che davanti a diritti acquisiti non è facile intervenire. L’unico taglio effettuato è riferito a un compenso non dovuto rilevato dal consulente della Procura di Como nell’ambito dell’inchiesta penale sulla gestione del Comune. Prima il Ministero delle finanze e successivamente la Corte dei Conti hanno stabilito che oltre cento (quasi tutti) ex dipendenti comunali debbono restituire una somma complessiva di 2 milioni e mezzo di franchi: soldi percepiti da luglio 2013 a dicembre 2017. Sin qui però non c’è stata alcuna restituzione, anche perché gli stessi dipendenti sono creditori nei confronti del Comune. L’ipotesi di soluzione sarebbe quella di un conguaglio tra il dare e l’avere.

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