Luganese

Campione d'Italia, quei soldi ricevuti sono da restituire

È stato ritenuto illegittimo l'assegno ad personam istituito nel 1996, poi revocato nel 2018. Il Comune chiede il denaro a dipendenti ed ex dipendenti

Dopo tutto quello che è successo, dipendenti ed ex dipendenti chiamati a mettere mano al borsello
(Ti-Press/Archivio)
2 agosto 2023
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Di cifre, per non violare la privacy, per ora in riva al Ceresio nessuno ne vuole parlare. Poi, però, sottovoce, si sussurra che si tratta di somme consistenti, quelle che dipendenti ed ex dipendenti del Comune debbono restituire alle casse comunali. Si parla infatti di alcuni milioni di euro. Dai quaranta ai sessantamila euro sia per i dipendenti comunali ancora in servizio, sia per coloro che sono stati considerati in esubero dopo il dissesto finanziario dichiarato nell’estate 2018. Tutti coloro che erano in servizio fra il luglio 2013 e il dicembre 2017 hanno ricevuto dal Comune una lettera con quale sono chiamati a restituire le somme riferite all’assegno ad personam, istituito nel 1996 dalla giunta municipale allora guidata da Roberto Salmoiraghi. Sì, perché quell’assegno è stato giudicato illegittimo da Quirino Cervellini, dirigente del Ministero dell’Economia, consulente della Procura di Como, che è impegnata nell’inchiesta sul dissesto finanziario del Comune.

Introdotto senza base legale

Il consulente ha analizzato il trattamento dei dipendenti comunali, che nell'estate 2018 erano oltre cento (ora sono meno di venti), rilevando l’illegittimità dell’assegno ad personam che nel corso degli anni ha garantito ai dipendenti comunali di mantenere lo stesso valore assoluto delle retribuzioni in franchi svizzeri, rispetto alle penalizzanti fluttuazioni del cambio di valuta. Un assegno non previsto da nessuna norma contrattuale o disposizione di legge e sul quale già cinque anni fa erano stati sollevati dubbi. La stangata sarebbe stata ancora più pesante per dipendenti ed ex dipendenti comunali, se sulle somme percepite prima del luglio 2013 non fosse intervenuta la prescrizione. Da ricordare che l’assegno era stato revocato dal 1° gennaio 2018 dal sindaco Roberto Salmoriaghi.

Una decisione che fa discutere

La lettura con la quale il Comune chiede la restituzione delle somme percepite sembra destinata ad aprire un contenzioso che a lungo transiterà dalle aule di Tribunale del lavoro. Come è facile immaginare, a Campione d’Italia, la questione sta facendo parecchio rumore. Ultima annotazione per ricordare che, per alcuni anni immediatamente precedenti il dissesto finanziario del Comune, i dipendenti comunali allora in servizio hanno continuato a lavorare a costo zero, in quanto non pagati, accumulando crediti per decine di milioni di euro, la voce più consistente della massa passiva dei debiti del Comune, che ancora debbono essere pagati.