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Una vita da star coi soldi degli altri

A processo a Lugano una truffatrice, colpevole di aver ingannato 39 persone per oltre 7 milioni di franchi. Chiesta una pena di 6 anni e mezzo

Una vita di sfarzi sulle spalle degli altri
(Immagine generata con IA)
4 giugno 2024
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«I fatti sembrano usciti da una sceneggiatura, che potremmo intitolare ‘Il grande raggiro’, dato che ‘La grande truffa’, mi sembra esista già». La procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti ha introdotto così un caso che, in effetti, ha parecchio di cinematografico. L’imputata, a processo alla Corte delle Assise criminali in Lugano principalmente per le accuse di truffa qualificata e falsità in documenti, è infatti un personaggio del bel mondo, frequentatrice del jet set internazionale e a contatto con attori, produttori, registi e cantanti. E ora rischia di dover scontare 6 anni e mezzo di carcere, oltre all’espulsione dalla Svizzera per almeno dieci anni: a tanto ammonta la richiesta di pena della pubblica accusa.

Uno stile di vita dispendioso

Ma com’è finita in questa situazione? L’imputata – cittadina italiana di 52 anni residente in Ticino da oltre 20 anni –, proviene da una buona famiglia, figlia di un famoso saggista varesino, ed è sempre stata abituata a uno standard di vita elevato. Un tale stile di vita è però costoso da mantenere, e quando i fondi hanno iniziato a scarseggiare, la 52enne ha iniziato a ingannare amici, conoscenti e clienti, offrendo loro di investire in diversi progetti – per la maggior parte cinematografici, quasi tutti inesistenti –, promettendo un ritorno costituito dagli utili di questi film, tra i quali spiccano titoli come Eat pray love, Celestials, Avatar II e Minions (che anche se sembra una bambinata, è un prodotto costato 76 milioni di dollari e che ne ha fruttati oltre un miliardo). Truffa dopo truffa, l’imputata è arrivata a ingannare, nell’arco di circa 15 anni, almeno 39 persone, per oltre 10 milioni di malversazioni, e un danno finanziario superiore ai 7 milioni di franchi.

Non paga, ha inoltre indebitamente beneficiato dei crediti Covid, nonché denunciato dei falsi furti per incassare l’indennizzo dall’assicurazione. Interpellata dalla presidente della Corte Francesca Verda Chiocchetti sul perché abbia iniziato a delinquere nonostante provenisse da un mondo agiato, la donna ha dichiarato di non essere riuscita a rinunciare allo stile di vita al quale era abituata, quando nel 2007 alcune delle sue attività hanno iniziato a rendere meno.

Truffe elaborate

L’imputata ammette in larga parte le imputazioni contenute nell’atto d’accusa, e pure quelle poche contestazioni avanzate non riguardano i fatti in sè (se abbia ricevuto i soldi o meno), ma le ragioni che hanno portato a essi, e se ci sia stata o meno una truffa. Ossia, la qualifica giuridica delle ipotesi di reato. Nella maggior parte dei casi, il modus operandi della donna prevedeva il coinvolgimento di persone facoltose, che venivano ammaliate da questa donna ricca, di cultura, e ben inserita nel mondo dello spettacolo, i cui ricchi possedimenti e il buon nome della famiglia non lasciavano dubbi sulla sua effettiva condizione sociale. Alle vittime veniva poi offerta la possibilità di partecipare al finanziamento di film (o anche di progetti musicali con gruppi come Pink Floyd e Abba).

Questi progetti non erano campati per aria, ma erano spesso supportati da documentazione forgiata a regola d’arte dall’imputata. In un caso, ha addirittura fondato una società fittizia a Lugano, che avrebbe dovuto gestire parte dei finanziamenti per Avatar II, producendo anche tutta una serie di documenti che attestassero la veridicità della società, con tanto di lettere riportanti la firma del regista James Cameron, fatte spedire dagli Stati Uniti. «Di questa operazione – ha detto la pp – ha vissuto per anni». L’imputata ha inoltre approfittato dell’uscita posticipata del film a causa della pandemia, per giustificare il mancato ritorno d’investimento ai suoi creditori.

‘Ero onorato della sua conoscenza’

Non si sa quanto questo stile di vita artificiale sarebbe potuto proseguire, se, nel gennaio del 2023, non fosse giunta la denuncia da parte di una delle vittime. Questi, al quale sono stati sottratti oltre 800mila franchi, ha affermato in corso d’inchiesta di aver provato un senso di inferiorità verso la donna, e di sentirsi onorato del fatto di aver fatto la conoscenza di una donna così importante. Una cosa che distingue l’imputata da altri truffatori, è che il suo prestigio era autentico. Tra le vittime vi sono anche dei suoi amici, che l’hanno descritta come una persona amabile, e alcuni dei quali hanno persino deciso di non sporgere denuncia. La 52enne è stata arrestata infine il 17 aprile dell’anno scorso, e si trova in carcerazione preventiva da allora.

Domani è prevista l’arringa dell’avvocata della difesa Demetra Giovanettina.