Il 18 giugno Monteceneri al voto per il referendum sul credito da 2 milioni per rinnovare ed estendere le condotte. Confronto fra Municipio e contrari
Circa 1,2 chilometri di condotte per l’acqua potabile che stanno scaldando da mesi gli animi. Al punto che il prossimo 18 giugno toccherà alle urne dare un responso. Succede a Monteceneri, dove 664 hanno sottoscritto la raccolta firme per il referendum sul messaggio da circa 2 milioni di franchi approvato all’unanimità lo scorso 14 dicembre dal Consiglio comunale (Cc) e sostenuto altrettanto compattamente dal Municipio. Eppure, i contrari non hanno faticato a raccogliere le adesioni per il voto sull’estensione (560 dei 1’200 metri) e sul rifacimento (la restante parte del progetto) delle infrastrutture idriche sotto alla strada cantonale a Rivera, nei pressi della Stazione Ffs. Ne abbiamo parlato con Constant Nangbayadé Aharh, capodicastero Acqua potabile di Monteceneri, e Gabriele Ghilardi, promotore del referendum ex municipale.
Per il Municipio è un investimento che va fatto, per i referendisti è inutile. Perché votare sì o no?
Aharh: Ci sono diversi motivi. Intanto, andiamo ad aumentare il diametro della condotta, migliorando il servizio idrico per la zona di pianificazione classata residenziale intensiva, mista artigianale e industriale, assicurando nel contempo un adeguamento alle norme anti-incendio. Poi, elimineremo i vicoli ciechi che fanno stagnare l’acqua per più di 72 ore (illegale), creando degli anelli che permetteranno una miglior circolazione dell’acqua. Si tratta di un investimento prioritario perché questo lavoro rientra nel Piano generale dell’acquedotto (Pga), che è in fase di elaborazione e dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno.
Ghilardi: L’investimento non porterà nessun miglioramento alla rete idrica della zona interessata. Una parte delle condotte esistenti, 340 metri, è stata sostituita circa vent’anni fa: è poco, non sono nemmeno state ancora ammortizzate. Il Municipio parla di diverse problematiche, che fino a inizio 2022 non erano emerse, non ho mai sentito di reclami. La rete di quella zona è già ben servita e strutturata: tutte le condotte principali dell’ex comune di Rivera sono già messe in anello. L’unico punto morto è per 20 metri, dove c’è un idrante che si trova vicino a una stazione di servizio. Infine, è un investimento milionario non previsto dal Piano finanziario dell’Azienda acqua potabile. Sono 1’600 franchi al metro, a nostro avviso si potrebbe spendere molto meno semplicemente investendo sulla sostituzione delle condotte esistenti.
Ecco, côté finanziario. Per gli oppositori la spesa è troppo elevata. Come risponde, Aharh?
Non è stato il Municipio a fare il calcolo dei costi, ma degli specialisti che a loro volta si sono appoggiati a chi sta allestendo il Pga (studio Lucchini & Canepa, ndr). Si tratta di opere che in tutti i casi vanno fatte. Se adesso si decidere di non farle perché si ritiene che 2 milioni siano troppi, quando saremo chiamati a farli comunque perché lo dirà il Pga, costerà di più perché avremo perso il treno del Cantone, che deve comunque rifare la pavimentazione e il sistema di smaltimento delle acque meteoriche. È un’occasione, grazie alla quale risparmiamo circa 700’000 franchi. Se la lasciamo passare fra uno o due anni dovremo chiedere al Cc un credito maggiore per i medesimi lavori. Inoltre, una volta terminati i lavori su strade cantonali, il Cantone pone il ‘veto’ per ulteriori cantieri per i successivi cinque anni.
Ghilardi, non si rischia di perdere il treno?
No. A nostro giudizio, qui non si vuol dire che questo progetto è correlato al futuro pozzo di captazione, del quale però ancora non si conoscono i dettagli. Questa condotta potrebbe anche non servire. E, eventualmente, per realizzare il collegamento ci sarebbero varianti meno costose, ad esempio seguendo il passaggio pedonale che costeggia l’autostrada. In ogni caso non vediamo l’urgenza: su questa nuova condotta non verrà allacciata nessuna nuova utenza e la polizia del fuoco a nostro avviso è a posto: nella zona interessata gli idranti sicuramente non mancano. Oltre che municipale, sono stato anche comandante dei Pompieri. Le infrastrutture ci sono, va solo fatta la manutenzione.
Come replica, municipale?
Quando si fanno determinate dichiarazioni bisogna provarle. Loro non sono in grado di dire se la rete è in buono stato o no, perché è il Municipio a essere costantemente informato sul tema e ad avere gli strumenti tecnici per fare le necessarie verifiche. Ci sono molte opere di potenziamento della rete che vanno fatte. Abbiamo condotte vecchie che non sono state cambiate da settant’anni. Ci sono cittadini che ricevono acqua dal colore inaccettabile. Non possiamo continuare a dire alle persone che va bene così. E nel quartiere di Rivera, se dovesse rompersi una condotta importante, in assenza di una circolazione ad anello, tutta la zona resterebbe senz’acqua. Immaginiamoci se dovesse scoppiare un incendio.
È vero, come sostengono i contrari, che il progetto è legato a quello controverso del pozzo di captazione?
Aharh: Il Municipio non sta nascondendo nulla. Il pozzo è sicuramente un elemento importante della pianificazione idrica di tutta la valle del Vedeggio, che fornirà 800 litri d’acqua al minuto e basterà per tutto il comune di Monteceneri. È indispensabile: speriamo entro fine legislatura di arrivare con il messaggio. Quando piove tanto, come nelle ultime settimane, attingiamo solamente all’acqua di sorgente. Però come abbiamo visto l’anno scorso, bastano tre mesi di siccità per avere problemi di approvvigionamento. Quindi dobbiamo trovare fonti che non siano legate alle sorgenti. Per questo serve il pozzo di captazione, affinché prelevi l’acqua di falda. Siamo in attesa della conferma da parte del Cantone dell’ubicazione definitiva del pozzo. Ma il pozzo e il messaggio in questione sono due progetti distinti.
Pozzo a parte, voi contrari sostenete che si dovrebbero cercare altre fonti d’acqua. Avete suggerimenti?
Ghilardi: Il Pga cantonale per l’Alto Vedeggio, che è del 2016 e non è così vecchio, fa delle proposte: collegare Medeglia con Bironico, Camignolo con Mezzovico e quest’ultimo con Sigirino. Medeglia ha un esubero di acqua, quindi una possibilità sarebbe collegare Medeglia con Bironico per averne di più. Oppure tornare a recuperare le sorgenti di Camignolo, dismesse a causa dell’arsenico, facendo una bonifica. E poi migliorare la captazione di alcune sorgenti che non sono state risanate dagli anni Sessanta. Il Municipio ci dice che il Pga è in dirittura d’arrivo, ma di fatto adesso ancora non è stato presentato né tantomeno approvato dal Cc.