Luganese

Referendum riuscito a Monteceneri: raccolte 664 firme

Si andrà quindi a votare sul credito da due milioni di franchi per rinnovare ed estendere le condotto sotto alla strada cantonale vicino alla Stazione Ffs

Il Municipio dovrà decidere ora una data
(Ti-Press)
13 febbraio 2023
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I cittadini di Monteceneri andranno a votare sulle proprie infrastrutture idriche. È infatti riuscita la raccolta di firme per organizzare un referendum comunale sul credito da due milioni di franchi per il rinnovo e l’estensione delle condotte di acqua potabile sul sedime della strada cantonale a Rivera, nei pressi della Stazione Ffs. I contrari hanno infatti consegnato in cancelleria le adesioni di 664 persone, ben più delle 481 necessarie per il traguardo. L’ufficialità non è ancora stata comunicata dalle autorità comunali, che devono verificare la validità di tutte le sottoscrizioni, ma visto l’elevato numero appare pressoché scontata.

‘Le persone hanno capito la problematica’

«Siamo evidentemente molto contenti del risultato raggiunto, superiore all’obiettivo iniziale (520, ndr) – ci dice Gabriele Ghilardi, uno dei promotori –. Ci siamo impegnati e in venti giorni le abbiamo raccolte. Le persone hanno capito la problematica e hanno reagito bene. Siamo riusciti a trasmettere il messaggio». Il messaggio dei contrari è che il credito approvato all’unanimità dal Consiglio comunale (Cc) durante la seduta del 14 dicembre scorso sarebbe sostanzialmente un investimento non prioritario e non necessario. La maggior parte del credito (1,5 milioni su 2), ricordiamo, è prevista per il potenziamento della linea con la creazione di una nuova condotta di 560 metri. Tubature «inutili» secondo i contrari.

‘Per costruire, si vuol partire dal tetto invece che dalle fondamenta’

Il Comune ha deciso di procedere adesso per cogliere al balzo un’occasione. Il Dipartimento del territorio ha infatti programmato a breve dei lavori alla strada cantonale, per sostituire la pavimentazione e il sistema di smaltimento delle acque meteoriche. E una volta terminati interventi su strade cantonali, il Cantone pone il ‘veto’ per ulteriori cantieri per i successivi cinque anni. Indipendentemente dall’esito del referendum, il rischio dunque è quello di perdere il treno. Non è dunque un peccato? «Mi sono occupato dell’acquedotto comunale per vent’anni, prima per Rivera e poi per Monteceneri – precisa Ghilardi –. È un tema che conosco bene. Il Cantone può tranquillamente iniziare con i propri lavori e l’Azienda acqua potabile intervenire ugualmente. E poi, non c’è alcuna urgenza. Quel tubo lì servirà, forse, fra venti o trent’anni. È anche per questo che ci siamo mobilitati, perché si è fatto credere che si tratta di lavori prioritari ma non è così. Il progetto del pozzo di captazione è ancora in elaborazione e già escono con messaggi come questo... è presto. Si vuole partire dal tetto a costruire, invece che dalle fondamenta».

Il Municipio ‘È un treno che non vogliamo perdere’

Di avviso evidentemente diverso le posizioni del Municipio. «È un treno che non vogliamo perdere, discuteremo con il Cantone per cercare di trovare un accordo. Questo, qualora dovessimo vincere la votazione, naturalmente» replica il capodicastero Nangbayadé Aharh. Quest’ultimo è subentrato a Loredana Cotta Leoni (entrambi Monteceneri Rossoverde), che ha dimissionato un paio di mesi prima di Natale, mentre il dossier è stato traghettato in Cc da Antonio Dal Magro (Plr).

‘Non è vero che la rete idrica è adeguata’

«La cifra è certamente importante, ma non tale da dire che c’è un’adesione totale dell’elettorato al referendum. Inoltre, raccogliere le firme non significa aver convinto le persone delle proprie ragioni. Il vero dibattito si apre ora e credo che possiamo giocarcela» prosegue poi il municipale. Non senza replicare ad alcune dichiarazioni della controparte. «È troppo semplice dire che la rete idrica di Monteceneri è adeguata così com’è: non è vero. Dobbiamo fare degli investimenti importanti se vogliamo stare al passo con l’aumento demografico e con le modifiche legislative, soprattutto pensando alla polizia del fuoco. Ci sono diversi aspetti problematici, ci sono tubature vecchie di cento anni che non sono mai state sostituite. È vero che non abbiamo ancora il Piano generale dell’acquedotto. Ma da qualche parte bisogna iniziare. Ci impegneremo a informare adeguatamente la popolazione a difesa del messaggio».

Il dibattito è aperto e nei prossimi mesi i montecenerini saranno dunque chiamati alle urne.

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