Luganese

Clamoroso a Monteceneri: passa il referendum sull’acquedotto

Smacco per Municipio e Consiglio comunale, che avevano approvato all’unanimità il credito da 2 milioni per rinnovare ed estendere le condotte a Rivera

I cittadini hanno sconfessato le istituzioni politiche
(Ti-Press)
18 giugno 2023
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Ha del clamoroso il risultato del referendum comunale svoltosi a Monteceneri. Con 731 no e 612 sì (e 38 schede bianche e 4 nulle) la maggioranza dei votanti ha infatti respinto il rinnovo e l’estensione delle condotte dell’acqua potabile sul sedime della strada cantonale a Rivera, nei pressi della Stazione Ffs. Uno smacco per le istituzioni politiche comunali. Il messaggio era infatti stato accolto all’unanimità dal Municipio e dal Consiglio comunale, che aveva approvato il relativo messaggio con la richiesta di credito da 2 milioni di franchi lo scorso 14 dicembre.

Il Municipio: ‘Il popolo è sovrano’

«Il popolo ha deciso di seguire i referendisti, ne prendiamo atto – è la prima reazione a caldo di Constant Nangbayadé Aharh, capodicastero Acqua potabile –. Dobbiamo ancora trovarci con il Municipio per valutare cosa si poteva fare di più, cosa non abbiamo fatto, ma purtroppo ce lo aspettavamo perché gli ultimi referendum a Monteceneri sono sempre finiti così. È difficile convincere l’elettorato delle proprie convinzioni quando dall’altra parte ci sono delle persone che utilizzano argomenti sensibili come i soldi. In ogni caso il popolo è sempre sovrano».

Il previsto cantiere decade

E ora cosa succederà con il cantiere? «Decade automaticamente. Questi lavori si sarebbero dovuti fare assieme a quelli che deve fare il Cantone (rifacimento della pavimentazione e del sistema di smaltimento delle acque meteoriche, ndr), e così come sono stati proposti non potranno più essere fatti. Ricordo che una volta terminato il cantiere del Cantone, non sarà più possibile toccare quel tratto di strada per almeno cinque anni. Se fra dieci anni, per esempio, dovessimo tornare a riproporre dei lavori in quella zona, è chiaro che lo faremo con i prezzi che ci saranno fra dieci anni e senza il risparmio dato dall’intervento in simultanea con il Cantone».

I referendisti: ‘Nostre motivazioni giuste e sincere’

Tutt’altro umore per chi ha raccolte le firme e il referendum l’ha vinto. «Per noi si fa festa – ci dice Gabriele Ghilardi –. Siamo soddisfatti, la maggioranza dei votanti ha capito la problematica». Ve lo aspettavate? «Non proprio con queste proporzioni, ma sì. Siamo solo un po’ dispiaciuti perché ci saremmo aspettati un confronto più corretto con il Municipio, che invece nelle sue ultime dichiarazioni ci ha un po’ offeso...». Cosa pensa abbia convinto la maggioranza degli votanti a darvi ragione? «Le nostre giuste e sincere motivazioni. L’esecutivo si è ostinato a dire che il pozzo di captazione non aveva a che vedere con la votazione, ma noi abbiamo le prove che le due cose sono collegate. Ora aspettiamo che il Municipio termini la progettazione e che presenti il messaggio».

Prossimi passi: Pga e pozzo di captazione

Al municipale, chiediamo effettivamente: quali sono i prossimi passi? Durante la campagna per la votazione è emerso che come Municipio vorreste presentare il Piano generale per l’acquedotto (Pga) entro l’anno e il messaggio sul pozzo di captazione entro la fine della legislatura. Conferma? «Il messaggio che esce da queste urne è che la gente non vuole spendere per questo tema. Si vuole l’acqua perfetta ma senza ammodernare nulla, cambiando le condotte solo se si rompono... è un peccato. In ogni caso sì, ci sono tante cose da fare e come capodicastero ho intenzione di continuare a portarle avanti. Cercheremo di procedere con il nostro lavoro, di capire quali altri cantieri potremo comunque condurre. Sì, quello più grosso che ci aspetta è sicuramente quello per il pozzo di captazione. A patto che non si faccia un referendum anche su quello...».

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