Luganese

Ha commesso 18 furti, la Corte gli dà ‘l’ultima possibilità’

Le Assise correzionali di Lugano hanno condannato a 14 mesi di carcere un 38enne che non sarà espulso dalla Svizzera

Riconosciuti 18 casi
(archivio Ti-Press)
11 gennaio 2023
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«È l’ultima possibilità». Il giudice Amos Pagnamenta lo ha ripetuto più volte al 38enne dimorante nel Luganese, titolare di un permesso B, comparso davanti alla corte delle Assise correzionali di Lugano per rispondere di ripetuto furto, danneggiamento, violazione di domicilio e contravvenzione alla Legge federale sugli stupefacenti. La corte lo ha condannato a 14 mesi di detenzione ma ha rinunciato all’espulsione applicando «ancora una volta, e per l’ultima, il caso di rigore». Nei tre mesi che precedono la scarcerazione – il 38enne, con diversi precedenti penali specifici alle spalle, è detenuto dal 21 gennaio dell’anno scorso e sta già espiando la pena – il giudice lo ha invitato a «lavorare in carcere per crearsi un paracadute e una rete di sostegno per rendersi conto che ha un problema da risolvere una volta per tutte, altrimenti verrà espulso». Tra il novembre 2021 e il gennaio 2022 il 38enne ha agito (o tentato di farlo) in 18 occasioni – 23 quelle riportate nell’atto d’accusa – prendendo di mira commerci ed esercizi pubblici, sottraendo poco meno di 10mila franchi e causando danneggiamenti per oltre 15mila franchi.

Il nodo dell’espulsione

Il procuratore generale sostituto Moreno Capella ha chiesto una condanna a 20 mesi di detenzione e 5 anni di espulsione dalla Svizzera. Quello dell’espulsione è stato il tema che ha caratterizzato la requisitoria dell’accusa visto che nel 2018, applicando il caso di rigore, la Corte di Appello e revisione penale ha revocato un precedente ordine, non avendo riscontrato un serio pericolo per la sicurezza pubblica. «C’è da chiedersi se queste considerazioni sono ancora attuali – sono state le parole del pp – continuare a caricare il piatto di precedenti, non fa pendere la bilancia verso un ordine pubblico realmente violato?» In un caso come quello del 38enne, «o si arriva a togliere dal tavolo quelle carte che non dicono nulla e si procede con una naturalizzazione, o si concede uno statuto di residenza intoccabile (parificandolo a un cittadino svizzero) o si arriva a decretare l’espulsione se questi comportamenti continuano». Per la Corte, «i reati commessi sono di gravità contenuta, ma a un certo punto la misura è colma. Ha delinquito dopo la scarcerazione, la possibilità che si sia ravveduto è una pia illusione». La difesa, rappresentata dall’avvocato Davor Vadlja, si è invece battuta per una pena non superiore ai 13 mesi «per organizzare quanto prima la sua uscita dal carcere e l’integrazione nella società» e si è opposta all’espulsione. L’imputato «è uno straniero solo sulla carta» che «vuole seriamente uscire» dalla strada che ha preso. Il tipo di reati commessi «dimostra che non è un criminale ma un ladruncolo che non si è arricchito».