Un 25enne del Luganese è stato giudicato stamattina davanti alla Corte delle Assise correzionali di Lugano
Il radar lo ha sorpreso a 114 all’ora sul limite di 50. Un’infrazione grave alle norme della circolazione, commessa lo scorso mese di maggio, che è costata a un 25enne del Luganese una condanna a 14 mesi di detenzione, sospesi per un periodo di prova di due anni. L’uomo è comparso stamattina, con procedura di rito abbreviato, davanti alla Corte delle Assise correzionali di Lugano presieduta dal giudice Amos Pagnamenta. «Avevo appena ritirato la mia auto dalla concessionaria ed ero contento – ha spiegato l’imputato, difeso dall’avvocato Marco Morelli –. Tra Canobbio e Cadro ho accelerato in maniera brusca andando a superare di molto il limite, ma non ero cosciente di quanto». Nella stessa occasione è stato riscontrato uno stato difettoso della vettura («i fari erano oscurati per abbellire il veicolo»), mentre a fine 2020 il 25enne, che si è visto revocare la patente al momento del fermo, si è reso protagonista di un sorpasso vietato lungo via Como, a Chiasso. L’accusa è stata formulata dal procuratore pubblico Zaccaria Akbas.
«Sono andato a vedere per curiosità, ed è diventato un vizio». Un vizio che gli ha portato una condanna a 9 mesi di detenzione, sospesa per un periodo di prova di 3 anni, per pornografia ripetuta. La condanna per un 50enne del Luganese è stata pronunciata sempre questa mattina dalla Corte delle Assise correzionali di Lugano. Nell’atto d’accusa del pp Zaccaria Akbas si legge che, tra il gennaio 2016 e il novembre 2020, l’imputato ha scaricato da internet mediante applicativi di condivisione peer-to-peer – quindi mettendole in circolazione e possedendole per il proprio consumo su hard disk e dispositivi informatici al proprio domicilio – immagini e rappresentazioni pornografiche con atti sessuali con minorenni: 800 video pornografici e 43 file video pedopornografici. A domanda diretta del giudice Amos Pagnamenta, il 50enne, difeso dall’avvocata Flavia Marone, ha affermato di «non avere più un computer».
Tra il 2016 e il 2017 e tra il 2018 e il 2020, ha ottenuto in modo illecito prestazioni di un’assicurazione sociale o dell’aiuto sociale – per un totale di circa 50mila franchi – a cui non aveva diritto. L’imputato, un 58enne italiano, non ha infatti dichiarato di essere il titolare di un conto a lui intestato. «L’ho fatto per ignoranza della Legge», ha spiegato. Con procedura di rito abbreviato, la Corte delle Assise correzionali di Lugano presieduta dal giudice Amos Pagnamenta lo ha condannato a 5 mesi di detenzione, sospesi per un periodo di prova di 2 anni, e a 5 anni di espulsione dalla Svizzera. L’accusa è stata rappresentata dalla procuratrice pubblica Chiara Borelli; l’imputato era difeso in aula dall’avvocato Daniele Iuliucci.