Luganese

L’addio all’uomo dei rettangoli verdi, Lugano piange Cesare

Un malore ha chiuso a 41 anni la personale partita con la vita di colui che curava e accudiva i campi del centro sportivo di Cornaredo

Al lavoro sul campo centrale di Lugano
(Ti-Press)
3 agosto 2022
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I campi del centro sportivo di Cornaredo erano come suoi figli, li accudiva con dedizione tanto da essere per anni un punto di riferimento per tutto il Football Club Lugano, che lo ricorda, dal Consiglio di amministrazione alla dirigenza, dai giocatori agli allievi, con un grato e affettuoso pensiero. Cesare Lotti, quei rettangoli verdi, purtroppo, non li solcherà più. Martedì – ma la famiglia ne ha dato notizia solo oggi – all’età di 41 anni (era nato il 4 maggio del 1981), un malore improvviso gli ha impedito di continuare nella sua personale partita, quella della vita. Un addio che arriva proprio alla vigilia di un match molto importante per la formazione bianconera che domani sera, in casa, incontrerà la compagine israeliana dell’Hapoel Beer Sheva, valida per il terzo turno preliminare di Conference League. Per l’occasione, come annunciato dall’Fcl, sarà osservato, prima del fischio d’inizio, un minuto di silenzio in sua memoria.

Al servizio del Comune da più di vent’anni Lotti, che viveva a Ponte Capriasca, era un vero e proprio personaggio a Cornaredo tanto che, lo dicono in molti fra gli esponenti della società calcistica, "sarà difficile immaginare lo stadio senza la sua presenza, generosità e passione".

Roberto Mazza, direttore della Divisione sport della Città di Lugano, aveva con lui un rapporto speciale: «Era il nostro capocentro per i campi da calcio di città e quartieri, un pilastro. Cesare era una persona estremamente affidabile, rispondeva con puntualità alle esigenze di tutti, da Lugano a Villa Luganese a Carona. Dove c’era bisogno – lo ricorda al nostro giornale – lui c’era sempre. Era il giardiniere ideale per tutti i nostri campi, molto rispettoso delle strutture tanto da averle sempre difese e tutelate nel migliore dei modi. Aveva cominciato, giovanissimo, al Lido comunale, poi era passato a Cornaredo. Nove anni fa, il pensionamento dell’allora responsabile, mi aveva portato a vedere in lui la persona ideale per quella sostituzione che optammo per interna. Un giovanotto grande e buono. Per me è stata una scommessa, aveva 33 anni, da semplice operaio diventava capocentro. Poi il tempo mi ha dato ragione: rispettato sempre da tutti, dall’Fc Lugano fino ai club più locali, fino a chi gravitava intorno alle nostre strutture per motivi vari e che ricevevano da lui chiare e significative indicazioni maturate sul campo. Ha saputo creare un affiatamento di team prezioso, dentro e fuori l’ambito professionale. Per noi tutti la sua morte così improvvisa è stata dunque uno shock, anche perché è mancato proprio sul posto di lavoro. E che fosse amato da tutto il contesto dello sport, non solo luganese ma oltre, viene ora anche dal grande cordoglio espresso in queste ore, dalla Nazionale svizzera, che qui a Cornaredo si è spesso chiusa in ritiro, a squadre come l’Inter che qui hanno giocato e che l’hanno conosciuto e apprezzato».

I funerali si terranno venerdì alle 10.45 dalla camera mortuaria per il Tempio crematorio. Ai genitori, alla moglie, alla sorella e a tutti i familiari giungano le accorate condoglianze del nostro giornale.