Prime reazioni politiche allo sgombero con demolizione dell'ex Macello di Lugano, negli scritti di Quadri e Ghisletta
Di segno opposto le prime reazioni politiche allo sgombero dell'ex Macello di Lugano, sede del centro sociale autogestito Csoa il Molino, con successiva demolizione della parte di stabile occupata. Festeggia il 'Mattino della domenica': per la firma del municipale (e direttore del giornale leghista) Lorenzo Quadri: "I sedicenti autogestiti pensavano evidentemente di prendere l’autorità per i fondelli ancora una volta. Si credevano intoccabili ed al di sopra di ogni regola. Immaginavano di tenere in ostaggio la Città all’infinito. Ebbene, è andata buca". "Avendo i molinari ribadito in tutte le salse che di sedi alternative non ne vogliono, semplicemente non avranno. Adesso che finalmente il Municipio è riuscito a liberare la topaia sul Cassarate, dovrebbe mettere a disposizione - sempre degli stessi soggetti - altri stabili? Ma anche NO!" In definitiva, conclude Quadri, Molinari via dall’ex Macello e via anche da Lugano! Che vadano ad insediarsi in qualche Comune con maggioranze politiche gauche-caviar: saranno di certo bene accetti. O vuoi vedere che $inistrati e radikalchic sono favorevoli all’autogestione - che nel caso concreto è semplice anarchia - ma solo in casa d’altri?"
Il Partito socialista ha reagito già in serata con un comunicato condannando gli sgomberi a Lugano, quello del Molino "come pure l'azione affrettata di sgombero della polizia in atto presso l'ex Istituto Vanoni. Dopo una manifestazione a sostegno dei “molinari” nel pomeriggio, che pur non essendo autorizzata si è svolta senza incidenti, nel tardo pomeriggio alcune decine di partecipanti hanno occupato lo stabile dell’ex Istituto Vanoni, stabile vuoto da alcuni anni.Pur non avendo verosimilmente alcuna richiesta giuridicamente valida in tal senso da parte del proprietario dell'ex Vanoni, la polizia ha immediatamente circondato l’edificio, per impedire l’uscita dei manifestanti e ha poi deciso di sgomberare l'edificio privato. Siamo in un clima politico surreale che misconosce le realtà culturali alternative e calpesta il principio della proporzionalità delle azioni in questo ambito, al contrario di quanto avviene nelle città svizzere. Un agire foriero di scontri e violenza. Il PS auspica che a Lugano si riapra una fase di dialogo con le realtà autogestite grazie all'intervento di una mediazione del Governo cantonale" scrive presidente uscente Raoul Ghisletta.
Da parte sua l'Mps “esprime la sua totale solidarietà al Molino e all’autogestione e condanna senza riserve l’intervento repressivo della polizia”, si legge in un comunicato odierno. Stando al Movimento per il socialismo “non si può credere che non fosse tutto già preparato e organizzato, l’ingente schieramento di polizia (proveniente anche dal canton Vaud e aiutato da alcuni personaggi dell’estrema destra luganese) e l’entrata in azione immediata delle ruspe non sono cose che si possono decidere in poche ore: evidentemente il Municipio voleva arrivare allo scontro e chiudere con la forza la partita dell’autogestione, e questo ha fatto”. Inoltre, “le promesse di voler aprire al dialogo, addirittura, di aver già pronta una proposta per una soluzione alternativa si sono sciolte come neve al sole e in queste ore si sono rivelate per quello che erano: semplicemente balle”. Insomma, per l'Mps si tratta di “un bruttissimo segnale di come questo ‘nuovo’ esecutivo intende affrontare le questioni politiche che si pongono e che si porranno nei prossimi anni”.