Luganese

Avvocati ma non nell’Ordine: ‘Disparità sulle difese d’ufficio’

L'avvocato luganese Gianmaria Bianchetti punta il dito contro l'Oati, ma il presidente dell'Ordine Padlina replica: 'Non si può usufruire del servizio gratis'

La diatriba sulle difese penali d'ufficio risale all'entrata in vigore del nuovo Codice di diritto processuale penale svizzero il 1° gennaio 2011 (Ti-Press)
18 marzo 2020
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Una discriminazione verso i non affiliati. Torna d'attualità il tema dell'attribuzione delle difese penali d'ufficio. A sollevare la questione è l'avvocato luganese Gianmaria Bianchetti: convinto che le attuali regole vadano cambiate, sull'argomento ha recentemente interpellato anche il procuratore generale Andrea Pagani. «Le difese penali d'ufficio sono monopolio dell'Oati (l'Ordine degli avvocati del Canton Ticino, ndr) – sostiene –, ma l'affiliazione non è più coattiva. Si tratta quindi di una discriminazione nei nostri confronti (Bianchetti non è più membro, ndr)».

La questione è vecchia quasi dieci anni. Il 1° gennaio del 2011 entrava infatti in vigore il nuovo Codice di diritto processuale penale svizzero, che ha unito (abrogandoli) i Codici cantonali fino a quel momento in vigore. Fra le altre novità, è stato introdotto il diritto per gli imputati di esigere sin dal primo interrogatorio di polizia un legale difensore, anche d'ufficio. La necessità e l'utilizzo dei cosiddetti 'avvocati della prima ora' sono quindi aumentati.

Una convenzione sottoscritta con Ministero pubblico e Magistratura dei minorenni

Alfine di garantire la disponibilità di avvocati di picchetto per queste situazioni, è stato redatto un apposito Regolamento sottoscritto da Oati, Ministero pubblico e Magistratura dei minorenni. Ed è il primo articolo a disciplinare le condizioni per essere ammessi al Servizio del picchetto penale: fra le altre condizioni, c'è anche quella di essere iscritti all'Oati. «È un problema che si trascina da tempo – sostiene Bianchetti –, dato che dall'introduzione delle norme sulla Libera circolazione l'obbligatorietà di affiliazione all'Oati non poteva più essere imposta. Non essendoci più questo vincolo, io posso decidere liberamente di uscirne. Il problema è che per essere membri della Federazione svizzera degli avvocati bisogna far parte di un ordine cantonale: è un cane che si morde la coda, e da diversi anni ormai. Nessuno fa nulla, perché c'è interesse nel mantenere lo status quo».

Bianchetti: 'C'è una disparità di trattamento'

A parte quest'incongruenza di fondo, riguardo ai picchetti secondo il legale c'è «una forte disparità di trattamento: io che sono iscritto al Registro cantonale degli avvocati (per il quale invece l'obbligo d'affiliazione è rimasto se si vuole esercitare, ndr), non posso assumere difese penali d'ufficio perché come tutti quelli che non fanno parte dell'Oati ne sono escluso. Si tratta di uno svantaggio professionale, oltre che economico». Ricordiamo a Bianchetti che c'è un regolare atto sottoscritto anche da Ministero pubblico e Magistratura dei minorenni. «Sì, ma che base legale ha? Se venisse impugnato credo che si troverebbero dei vizi di forma».

Padlina: 'Non si può pretendere di usufruire del servizio gratuitamente'

«Penso che il Ministero pubblico non abbia le risorse per gestire il servizio del picchetto penale – osserva invece Gianluca Padlina –, per questo è stata firmata la convenzione». Il presidente dell'Oati ricorda che l'ordine si è messo a disposizione per assicurare questo servizio e che lo fa a sue spese, attraverso le quote pagate dai membri. «L'onere della gestione delle liste non è semplice come si può pensare, ci sono diversi criteri dei quali tener conto: la macchina è complessa. Chi non fa parte dell'Oati non può pretendere di usufruire di un servizio che l'ordine predispone, gratuitamente».

La tassa annuale è 600 franchi

Padlina sottolinea che all'Oati sono affiliati circa 780 membri: «Siamo quasi tutti, sono poche decine quelli iscritti solo al Registro cantonale». E come mai a suo dire alcuni avvocati decidono di uscirne? «Abbiamo l'impressione che ci sia una ragione economica: non pagare la tassa annuale (600 franchi, ndr). Ci sono comunque dei servizi erogati dall'ordine (come le comunicazioni o delle formazioni, ndr) dei quali beneficia l'intera categoria, anche i non membri. È vero, il picchetto no. Ma non tutto può essere gratuito».