Il Consiglio dell'Ordine degli avvocati avanza richieste puntuali al governo. Il presidente Padlina: siamo stati molto sollecitati su aspetti pratici
Nell'emergenza coronavirus si muovono anche i vertici dell'Ordine ticinese degli avvocati (Oati) e nero su bianco avanzano al Consiglio di Stato alcune puntuali richieste. Quattro le istanze indirizzate ieri a Palazzo delle Orsoline. La prima: "Rinvio d'ufficio, da parte di tutte le autorità giudiziarie e amministrative, di tutte le udienze, di tutti gli interrogatori e di tutti gli incontri/sopralluoghi previsti, sino al perdurare dello stato di necessità", nel caso di atti urgenti o misure cautelari indifferibili "è ipotizzabile prevedere eccezioni, discutendone preventivamente le modalità di implementazione con gli avvocati coinvolti". La seconda: "Sospensione d'ufficio, da parte di tutte le autorità giudiziarie e amministrative, incluse quelle comunali, di tutte le procedure civili, penali, amministrative ed esecutive e del decorso di tutti i termini da esse impartite". Terza richiesta: "Invito, rispettivamente ordine, a tutte le autorità giudiziarie coinvolte, rispettivamente amministrative, di astenersi dall'emanare decisioni sino al perdurare dello stato di necessità, nel caso di atti o decisioni urgenti e indifferibili, laddove possibile, la notifica delle stesse deve essere preventivamente anticipata e deve essere verificata l'effettiva possibilità per il destinatario di poter ricevere l'atto a lui destinato". Quarta richiesta: "Sospensione attraverso un decreto d'urgenza del decorso di tutti i termini di legge cantonali e presentazione di analoga richiesta di intervento al Consiglio federale per quanto concerne i termini di diritto federale". Spiega, da noi interpellato, il presidente dell'Ordine Gianluca Padlina: "In questi giorni siamo stati molto sollecitati da avvocati, ma pure da magistrati e funzionari su aspetti di natura pratica. Di qui la lettera al governo".