Presentato oggi il concorso: passo avanti verso la scelta dei tre gruppi chiamati a elaborare una visione della città nei prossimi vent’anni.
Siamo (ancora) ai preliminari ma la lentezza, in questo caso, fa rima con l’accuratezza del risultato finale che lascerà il segno su Lugano per i prossimi lustri. Stiamo parlando del Piano regolatore unico della città, o meglio del Piano direttore comunale (Pdc), chiamato a mettere ordine fra i 19 documenti pianificatori in vigore dopo la terza fase di aggregazioni conclusasi nel 2013. Ebbene, la Città di Lugano ha pubblicato oggi il concorso per la prequalifica di tre gruppi incaricati di elaborare una visione del Pdc e un sondaggio volto a raccogliere le opinioni della popolazione.
«Lugano ha dovuto abbandonare la monocultura bancaria dopo aver perso circa l’80% della ricadute fiscali nel giro di pochi anni (crollate dai 55 milioni del 2008 agli 11 del 2013) – ha messo in evidenza il sindaco di Lugano Marco Borradori –. E, malgrado qualche sbandata, le polemiche e i problemi finanziari, la città ha mostrato la forza del tessuto economico-sociale restando dinamica». Il titolare del Dicastero sviluppo territoriale di Lugano Angelo Jelmini ha invece usato una metafora culinaria per illustrare la situazione, spiegando i motivi del presunto ritardo: «La cucina che abbiamo allestito continua a sfornare pietanze sulla tavola imbandita: la lentezza è invece un falso problema, perché è necessaria affinché si possano preparare, con la dovuta accuratezza dei prodotti che lasceranno il segno per lustri».
Il Pdc è un nuovo strumento di gestione programmatica sul medio-lungo termine. La richiesta del credito per elaborare il Masterplan risale al 2015, mentre tre anni dopo la Città si è dotata della Linea guida cantonale sul programma d’azione comunale per lo sviluppo insediativo centripeto, come vuole la legge federale, e di qualità.
Altro aspetto significativo è quello dell’identità degli ex Comuni, divenuti quartieri. E gli abitanti devono disporre di segni di riferimento per conservare le proprie storie e tradizioni locali. Per questo verrà allestito un sondaggio online rivolto a chi vive a Lugano, ma anche chi ci lavora, studia o frequenta la città nel tempo libero che potrà indicare cosa piace, cosa non piace, cosa si vorrebbe preservare e cosa si preferirebbe cambiare. L’indagine non ha valenza scientifica, è un primo passo per la costruzione di un Piano direttore comunale condiviso e partecipativo. Un Piano che sarà strumento dinamico: come le Linee di sviluppo della Città, verrà attualizzato ogni quattro anni, i suoi contenuti saranno fruibili e aperti alla partecipazione dei cittadini.
Passiamo al concorso, che si concluderà mercoledì 5 febbraio 2020 ed è aperto a gruppi transdisciplinari nell’ambito dell’architettura, dell’urbanistica e della paesaggistica. In questa prima fase saranno selezionate le tre candidature giudicate migliori dal collegio d’esperti. Secondo la procedura dei Mandati di studio paralleli, i tre gruppi selezionati riceveranno l’incarico di elaborare le “visioni per il Piano direttore comunale” per un indennizzo di 160'000 franchi. Il progetto che risponderà meglio alle esigenze e agli obiettivi della Città di Lugano otterrà l’ulteriore mandato di 200’000 franchi per la realizzazione del Piano direttore comunale della Città che terminerà nell’aprile del 2022.
Oggi ha preso la parola anche l’architetto Franz Oswald, il presidente del collegio di esperti interdisciplinare chiamato a seguire passo dopo passo la procedura che, assieme agli alti funzionari della Città, ha definito il compito e il programma. «Il risultato dovrà essere il frutto di analisi multidisciplinari perché i cambiamenti avventi negli ultimi decenni hanno completamente trasformato Lugano – ha detto l’architetto –. E dovrà tener conto di tanti aspetti come il fatto che ogni cinque anni nel Luganese si registra il cambiamento di residenze di quasi tutta la popolazione».