Questo lo scenario, frutto di uno studio, se si sfruttassero appieno le attuali possibilità edificatorie. E senza alcuna aggregazione all'orizzonte.
Una città con 96’000 abitanti, entro i confini attuali. Un terzo di popolazione in più senza aggregazioni all’orizzonte. Uno scenario che emerge dallo studio pubblicato pochi giorni fa sul sito della Città inerente alla revisione del Piano Regolatore (Pr) del quartiere di Brè-Aldesago. L’analisi effettuata quest’anno dalla Planidea riguarda tuttavia tutti i quartieri del più grande centro urbano ticinese. Un polo che potrebbe vedere crescere i propri abitanti del 30% circa se le sue possibilità edificatorie attuali venissero utilizzate a pieno.
Una Lugano da quasi 100’000 abitanti: una prospettiva che si presta ad alcune considerazioni. Ne abbiamo parlato con il capodicastero Sviluppo territoriale Angelo Jelmini. «È solo un’indicazione tecnica, ma di cui è giusto tener conto – valuta –. Ricordo che si tratta di un documento intermedio e di un ragionamento puramente teorico, ma che sarà utile per i lavori del Piano regolatore unitario (Pru). Una città con 100’000 abitanti non mi spaventa, è un obiettivo che potrebbe anche essere raggiunto, ma più a lungo termine». Per ogni rione è calcolata quindi sia la percentuale di area costruita che quella ancora edificabile. Partendo da quest’ultima – con i dati demografici aggiornati all’ultima aggregazione del 2013 – è stata quindi calcolata la Superficie utile lorda (Sul) per ciascuna zona e l’aumento di popolazione se questa venisse sfruttata al massimo delle sue potenziali previste dall’attuale Pr.
Oltre alla crescita complessiva, si delineano alcuni elementi caratteristici dei singoli quartieri. Se pienamente densificate, sarebbero le aree di montagna a conoscere un boom demografico. Bogno, Brè, Certara e Cimadera triplicherebbero e sono anche le parti di Lugano che hanno la più alta quota di terreni edificabili non costruiti.
Diverso il discorso invece per i dati assoluti: la più grande riserva di Sul si ritrova nei quartieri centrali: oltre a quelli della vecchia Lugano, Pregassona, Breganzona e Viganello. «Sono anche le zone più attrattive della città se pensiamo ai servizi o al trasporto pubblico – sottolinea il municipale –, partendo da questi dati effettueremo analisi molto più approfondite». E a proposito di attrattiva, in una Lugano – fra popolazione stagnante e primato negli appartamenti sfitti – che sembrerebbe essere forse poco sexy, che cosa può fare il Comune per rendere più appetibile vivere in città? «Sono riflessioni sempre attuali ma che analizzeremo meglio con l’inizio dell’anno prossimo, quando sarà avviato il progetto del Pru, che dovrà dare delle macroindicazioni sullo sviluppo della città del futuro. Si tratterà di un lavoro di affinamento: non ci saranno sconvolgimenti in quanto la struttura esiste già. Presentiamo regolarmente la nostra impostazione per i singoli comparti, dal Pian Scairolo a Cornaredo. Sulle basi esistenti il Pru ci dirà quel che sarà la città del futuro. Riguardo all’attrattiva, un discorso interessante riguarda una maggiore qualità architettonica per esempio o l’istituzione di ‘quartieri modello’».
Il riferimento è alle linee guida – emanate nel 2014 dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale – sui cosiddetti quartieri sostenibili. Spazi edificati e non, mobilità, legami sociali e attività economiche, spazi verdi. Suggestioni su ogni ambito con lo scopo di aumentare la qualità di vita. «C’è una mozione pendente del Ppd – ricorda Jelmini – riguardante Viganello. Personalmente, ritengo che anche il quartiere di Cornaredo nei pressi della caserma dei pompieri debba andare in quella direzione, per esempio. È un territorio con un potenziale importante». Fa pensare ma non preoccupa molto poi la notizia di Lugano leader degli appartamenti vuoti. «Lo sfitto penso sia legato alle abitazioni con costo elevato (quelle a pigione moderata non presentano lo stesso problema, ndr), i proprietari dovranno probabilmente fare uno sforzo per renderle più accessibili. Il mercato aiuterà a regolarsi».