L'ex presidente dell'Udc ticinese avrebbe danneggiato principalmente l'ex moglie che gli aveva affidato in gestione i beni.
Sarebbero di almeno 7 milioni di franchi le malversazioni commesse dall'ex presidente dell'Udc ticinese Paolo Clemente Wicht, secondo gli inquirenti. I reato sarebbero stati messi in atto principalmente ai danni della ex moglie che gli aveva affidato la gestione dei beni.
Come ha riferito la Rsi, Paolo Clemente Wicht già il giorno dopo il suo arresto ha però respinto ogni addebito. Tuttavia, gli inquirenti dopo aver perquisito e sequestrato tutti gli averi e documenti bancari del 52enne lo scorso 22 agosto a Curio, dove sono purestati posti i sigilli al suo Bed&Breakfast hanno formulato nei suoi confronti diverse ipotesi di reato: appropriazione indebita, truffa, amministrazione infedele, omissione della contabilità, ingiuria, minaccia, coazione, riciclaggio ed esercizio abusivo della professione di fiduciario.
Wicht avrebbe prelevato, quasi esclusivamente in contanti, dal patrimonio della ex consorte, almeno 7 milioni di franchi nell'arco di diversi anni. E la denuncia sarebbe proprio partita dalla donna, alla quale si è aggiunta poi quella di un ex cliente. Ci sarebbero inoltre anche due operazioni sospette segnalate dall'Ufficio federale di polizia a pesare sulla sua posizione.
I sequestri di documentazione ordinati dalla magistratura dovrebbero servire a chiarire quanto accaduto anche se come si evince dalle accuse, per anni Wicht non avrebbe allestito alcuna contabilità, bilanci o conti economici né dichiarazioni fiscali, avendo altresì una situazione debitoria molto critica con diverse esecuzioni pendenti.