Lettera al Municipio e alla Cit sui rallentamenti generati dai semafori in quest’area. Si chiede d’introdurre il giallo lampeggiante per eliminare le code
Incrocio 5 Vie, così non va. La situazione di disagio su un’arteria stradale fondamentale per tutti i valmaggesi (e non) è tale da spingere anche l’Associazione dei Comuni di Vallemaggia (Ascovam) a scrivere al Municipio di Locarno, con copia alla Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia (Cit). Una lettera nella quale, in sintesi, si punta il dito accusatore sui semafori, rei di essere all’origine d’ingorghi e rallentamenti del traffico. "Com’era stato il caso nel 2013, con la segnalazione del problema esistente alla rotonda di Solduno, poi decisamente migliorata con la posa dei semafori intelligenti, anche in questo caso chiediamo di voler esaminare la situazione e d’intervenire per agevolare o, meglio, evitare colonne e tempi d’attesa inutili, visto che quando i semafori erano spenti per i lavori di pavimentazione stradale e rifacimento della segnaletica, il traffico era decisamente scorrevole".
Il tema dei semafori e degli ingorghi in questo nodo viario cittadino non è nuovo. Più volte, in passato, anche da parte dei consiglieri comunali di Locarno sono giunte al Municipio domande e istanze al riguardo. Ultima in ordine di tempo, l’interpellanza interpartitica (primo firmatario l’esponente del Plr, Marco Bosshardt), nella quale si chiedeva all’esecutivo di valutare la possibilità di lasciare permanentemente la luce intermittente all’incrocio (lampeggiante giallo). Così facendo – riportava l’atto parlamentare – "nessuna colonna, traffico scorrevole sulle vie principali, traffico quasi inesistente sulle vie adiacenti all’incrocio e meno inquinamento e certamente nessuna diminuzione della sicurezza". I firmatari concludevano l’interpellanza biasimando la decisione di riaccendere i semafori, da più interpretata come una ‘presa per i fondelli’ nei confronti della popolazione, perpetrata oltretutto ‘invocando la sicurezza’. Bosshardt e cofirmatari domandavano, infine, al Municipio il numero e la tipologia degli incidenti capitati all’incrocio 5 Vie in quel periodo di traffico senza semafori in funzione.
Il Municipio, cosciente della situazione a semafori spenti all’apparenza ottimale, in coda all’ultima seduta di Consiglio comunale aveva dato risposta all’interpellanza. In pratica, aveva spiegato il capodicastero responsabile, Davide Giovannacci, "il Cantone, sulla base delle norme Vss, l’organizzazione svizzera per la regolamentazione della circolazione stradale e il traffico, non autorizza che tali impianti rimangano costantemente in modalità lampeggiante, se non durante la fase di cantiere. Essendo ora conclusosi il cantiere stradale, l’impianto semaforico deve forzatamente essere riattivato nella sua modalità normale". Ogni decisione al riguardo del funzionamento dei semafori non può quindi essere presa liberamente dall’Amministrazione: "Il Comune di Locarno e per esso la Polizia comunale è unicamente responsabile per la gestione corrente e la manutenzione dell’impianto, ma non ha competenza decisionale sulla sua messa in servizio o disattivazione, trovandosi esso su una strada cantonale". In aggiunta a ciò, il Municipio si dice "dispiaciuto per i fastidi che la riattivazione dell’impianto semaforico delle 5 Vie possa avere generato e con i propri servizi di polizia ha fatto e farà tutto quanto in suo potere per risolvere i problemi manifestatisi. Nelle prossime settimane saranno fatte con gli specialisti delle valutazioni sull’ottimizzazione delle singole fasi, anche basandosi su rilievi aggiornati dei singoli flussi di traffico. L’alternativa sarebbe quella di una modifica integrale del nodo, optando ad esempio per la creazione di una rotonda. "Anche in questo caso però dovremmo ottenere il consenso da parte dell’autorità cantonale, anche solo per una valutazione approfondita. Prima d’intraprendere modifiche impattanti sia dal profilo tecnico, sia da quello economico, sarebbe auspicabile valutare la possibilità di ottimizzare il nodo proponendo delle modifiche che permettano, con il sistema semaforico in vigore, di guadagnare importanti secondi su ogni singolo flusso di traffico degli assi principali".
Della questione dell’incrocio delle 5 Vie è a conoscenza, da anni, anche la Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese e Vallemaggia. Come ci conferma e ribadisce il suo presidente (ed ex municipale di Locarno) Paolo Caroni, «il problema di fondo che, di fatto, impedisce di mantenere i semafori sul giallo è la sicurezza degli attraversamenti pedonali presenti nell’area. Ve ne sono diversi, ampiamente sfruttati dai pedoni che si spostano in quella zona. La Sezione della mobilità del Cantone, al riguardo, è intransigente. Dovesse accadere un incidente stradale (o magari con ferimento di pedoni) ecco che la responsabilità verrebbe a cadere sulle autorità di Palazzo Marcacci. Vi sarebbe poi un altro aspetto da tener presente: quello della precedenza accordata ai bus del trasporto pubblico. L’assenza di un traffico regolato da semafori renderebbe difficile i continui passaggi degli automezzi delle Fart». A titolo personale, conclude Caroni, «non possiamo negare l’esistenza di questo problema visti i continui reclami. Non sono in grado di dire se sia risolvibile facilmente o meno. Ma siccome le lamentele da parte degli automobilisti non sembrano finire, è evidente che c’è qualcosa a quell’incrocio strategico che non funziona».
Non va infine tralasciato un altro aspetto. Tra le varie misure del PALoc (Programma di agglomerato del Locarnese) è contemplato proprio lo studio di possibili alternative per la gestione del traffico nel comparto che va da via Vigizzi a via Simen. L’analisi dello specialista, ha ricordato Giovannacci, "volta a incanalare maggiormente il traffico di transito sulle strade cantonali esistenti, portava addirittura alla conclusione che la soluzione ottimale fosse quella di gestire con un impianto semaforico anche l’incrocio con la via Franzoni e i due incroci principali esistenti sul lato di via Vigizzi. Il Municipio ha ritenuto l’ipotesi non praticabile, per cui si potrà ancora cercare proposte più condivisibili".