I rapporti fra le due istituzioni non sono dei più idilliaci. Si attende il rinnovo dell'accordo tra le parti, che, due anni fa, il legislatio non approvò
Porgere l'altra guancia. L'atteggiamento buonista predicato nel Vangelo per evitare che il male (in questo caso le polemiche) prenda il sopravvento non sembra albergare nello spirito di una parte del Consiglio parrocchiale di Tegna. Almeno stando a quanto pubblicato sull'ultimo numero del Bollettino parrocchiale della comunità di Tegna-Verscio e Cavigliano, nel riferire dello spinoso problema della convenzione tra il Comune di Terre di Pedemonte e la Parrocchia di Tegna. Il discorso è tutt'ora aperto, dopo che il Consiglio comunale, nel mese di marzo di due anni fa ,si è rifiutato di ratificare il nuovo accordo negoziato dal Municipio, perché convinto della necessità di superare definitivamente gli accordi d'inizio 1800 invece di semplicemente aggiornarli con un complemento temporaneo.
Nel frattempo un avvocato incaricato dal Comune ha stabilito in un parere che, da un lato, la vecchia convenzione risalente al 1811 è tuttora valida, ma che a determinate condizioni potrebbe anche venire disdetta, anche unilateralmente. Il Municipio, per evitare ulteriori litigi, ha chiesto una mediazione, da affidare a una persona “super partes” che possa mettere d'accordo i due enti. Proposta piaciuta al Consiglio parrocchiale che resta in attesa dei prossimi passi.
Quello che però non fa piacere all'Amministrazione comunale è il commento relativo allo stato, precario, in cui si trova la chiesa di Tegna, di proprietà (caso raro in Ticino) del Comune, riportato nell'opuscolo:“Imbarazzante e irresponsabile la posizione del Municipio di sospendere i progetti per i lavori urgenti di restauro della chiesa fino al raggiungimento dell'accordo sulla convenzione. Una decisione rischiosa dato che in particolare le finestre si trovano in un pessimo stato e potrebbero staccarsi e cadere su chi frequenta la chiesa non solo per le funzioni religiose ma anche per assistere a concerti o eventi culturali. Il Consiglio parrocchiale renderà nuovamente attento il Municipio sulle sue responsabilità”- si legge nel Bollettino.
Le casse della Parrocchia piangono. Da anni ormai. Mancano i fondi per assicurare agli immobili (dall'Oratorio di Sant’Anna alla Casa parrocchiale, passando per la Chiesa di Santa Maria Assunta) la necessaria manutenzione; vi sono importanti investimenti che attendono di essere attuati, ma senza la partecipazione finanziaria del Comune, impossibile procedere. Questo il contesto in cui si muove il Consiglio parrocchiale di Tegna. A detta del Consiglio parrocchiale, prima dell'aggregazione, l'allora Comune di Tegna si impegnava ad assicurare il sostentamento parrocchiale senza limitazioni di sorta, in cambio dell’incameramento de beni parrocchiali avvenuto nel XIX secolo.
Con l'avvento del Comune di Terre di Pedemonte, le cose sono cambiate. Anche se, annualmente, esso versa ancora, all'ente religioso, un importo di circa 30mila franchi. La nuova convenzione, oltre a stabilire un contributo forfettario definito (in pratica la conferma dell’importo attuale sempre riconosciuto) permetterà di regolare pure la questione delle spese di manutenzione degli immobili. Due anni fa, se le cose nella sala del Consiglio comunale fossero andate come previsto, l'Esecutivo si sarebbe impegnato a sottoporre, al legislativo una richiesta di credito per i lavori che interessano la chiesa in modo da salvaguardare questo bene culturale. Come detto, la maggioranza del legislativo si è rifiutata di accettare la convenzione, mandando all'aria i piani.
«Il Municipio ha deciso di attendere la firma della nuova convenzione prima di muoversi con eventuali investimenti - afferma il sindaco Fabrizio Garbani Nerini - Se la figura del mediatore proposto verrà accettata dalle parti, sarà quest'ultimo a preparare il nuovo testo da sottoporre poi all'assemblea parrocchiale e al consiglio comunale. Noi ci atterremo comunque alla decisione adottata dal legislativo: se il Consiglio comunale vuole una nuova convenzione che sostituisca completamente quella del 1811, periodo nel quale in Europa giganteggiava la figura di Napoleone, noi agiremo in tal senso, anche perché i tempi sono cambiati e la Parrocchia lo deve capire. Non siamo dinnanzi a un'offensiva laicista: tutto il legislativo è favorevole a confermare un contributo annuo a fondo perso, non si vuole introdurre l’imposta parrocchiale, che ahimé quasi nessuno pagherebbe; ma nel XXI secolo la Parrocchia non può più pretendere che i contributi comunali siano illimitati. Parole come perpetuo ed eterno le lasciamo al Buon Dio, ma non le vogliamo su una convenzione tra enti di diritto pubblico. Quanto allo stato precario delle finestre della chiesa, stiamo valutando il da farsi».
Per una Parrocchia che naviga in acque poco profonde, un'altra, quella di Cavigliano, che ha invece deciso d'investire nel mattone. A pochi passi dalla ferrovia, nella campagna, sono infatti iniziati, dopo numerose resistenze da parte di un confinante, i lavori i costruzione di una palazzina di tre piani che dovrebbe accogliere appartamenti a pigione moderata per nuove famiglie con figli desiderose di stabilirsi in paese.
«Non a caso – conclude il Sindaco – con la Parrocchia di Cavigliano che è propositiva, coraggiosa, al passo con i tempi, il Comune ha un ottimo rapporto».