Terre di Pedemonte, slitta la firma della nuova convenzione che regola i rapporti tra le parti. Il legislativo rimanda il messaggio al Municipio
Il prossimo 15 aprile, i fedeli di Tegna riuniti per l’assemblea parrocchiale non avranno di che gioire. Il Legislativo di Terre di Pedemonte, infatti, lunedì sera si è rifiutato di apporre la sua firma in calce alla convenzione che regola i rapporti fra le parti. Costringendo, di fatto, l’Esecutivo a rivederne i contenuti e a presentare un nuovo messaggio. Tempo sei mesi e la nuova proposta di accordo sarà pronta. Un lasso di tempo relativamente breve, se si pensa che l’attuale intesa tra Comune e Parrocchia risale, addirittura, al 1811! Divisa, al suo interno, la commissione legislazione e petizioni. Una maggioranza proponeva di accogliere l’elaborato così come presentato. Una minoranza, pur condividendone i contenuti e lo spirito di collaborazione, prendeva le distanze, tramite emendamento, da un articolo. Per la precisione il 14, stante il quale la nuova convenzione avrebbe dovuto essere un completamento e aggiornamento dell’esistente. I firmatari del rapporto di minoranza proponevano, al contrario, che il nuovo accordo andasse a sostituire quello firmato nel lontanissimo 1811. Orio Filippini, Plr, ha subito chiarito la sua posizione, chiedendo l’introduzione di un nuovo regime di collaborazione più moderno e al passo coi tempi. «Il Municipio è stato generosissimo, ha accolto tutti i desiderata della Parrocchia, compreso il contributo annuo, congruo e importante». Mariagrazia Tognetti (LiSA), da parte sua, ha sottolineato “l’ingombro” che un patto vecchio di oltre 200 anni costituisce quale presupposto per la firma di un nuovo accordo. In seguito ha preso la parola il sindaco, Fabrizio Garbani Nerini, il quale ha voluto ricordare gli obiettivi di questa nuova convenzione. Primo fra tutti, quello di porre un limite chiaro all’impegno finanziario del Comune al sostentamento della Parrocchia. Secondo, quello di chinarsi sul passaggio di proprietà della chiesa che, a Tegna, fa parte dei beni del Comune. L’edificio sacro, oggi in uno stato di conservazione non proprio ottimale, dovrà prima o poi tornare nelle mani della Parrocchia. Paolo Monotti (Lega-Udc-Indipendenti) ha ricordato come, oggi ancora, l’attaccamento della popolazione alle parrocchie sia radicato: «non dimentichiamoci quanto queste ultime hanno dato agli allora Comuni a costo zero». Affermazioni sposate anche da Marco Fioroni (Ppd, presidente del Consiglio parrocchiale di Tegna). Nel suo articolato intervento questi ha dapprima ricordato le gesta “eroiche” dei responsabili della Parrocchia di allora, che, di fronte alle difficoltà in cui versava il paese, fecero dono di terreni, stalle e altre proprietà. «Ai giorni nostri, fatti due calcoli, il valore di quanto regalato supera i 10 milioni di franchi». Ha infine ribadito la contrarietà, della Parrocchia, a cancellare, per sempre, l’antica convenzione: «Se la manterremo, renderemo omaggio a quella gente semplice ma avveduta che allora la firmò». Dai banchi di LiSA è partito un attacco di Giovanni Lepori: «Il Municipio è stato sin troppo accomodante! Se firmiamo una nuova convenzione basandoci su una vecchia creiamo un unicum a livello mondiale!». Pronta la risposta di Edy Losa (Plr) : «Mi rendo conto che non si tratta di un accordo ottimale (leggasi “pastrügn”), tuttavia costituisce un “win-win” per entrambe le parti». Ci si è poi chinati sulle conseguenze (ricorsi, lungaggini) di una possibile bocciatura della trattanda o di un’approvazione con i “ritocchi” del caso. Poi, il fatidico voto: con 9 contrari, 11 favorevoli e due astenuti, l’emendamento della minoranza della commissione è stato approvato. L’Esecutivo dovrà ora riconvocare la controparte per rivedere l’intesa.