La rielaborazione si basa su un’analisi di quanto è successo lo scorso 21 giugno in 18 torrenti. Carmelia Maissen: ‘Obiettivo rendere la valle più sicura’
«Non dimenticheremo mai la sera del 21 giugno». Ha esordito in questo modo la consigliera di Stato grigionese Carmelia Maissen, durante un incontro con i media avvenuto oggi, 25 novembre, a Lostallo incentrato sull'alluvione che alcuni mesi fa ha duramente colpito la Mesolcina. Alluvione che oltre ad aver completamente distrutto cinque abitazioni e aver danneggiato altre numerose costruzioni, ha anche provocato la morte di tre persone (una ufficialmente risulta ancora dispersa). Tre persone che abitavano a Sorte, la frazione di Lostallo che è stata una delle località maggiormente colpite. Nel frattempo lo studio di geoscienze geo7 di Berna, su incarico dell'Ufficio foreste e pericoli naturali (Ufp), ha svolto un'analisi per cercare di capire nei dettagli cosa sia successo quella sera, quando due fasi di forti precipitazioni della durata di 30 minuti si sono abbattute sulla valle, provocando colate detritiche e inondazioni. Analisi che fungerà da base per la rielaborazione da parte dell'Ufp delle carte dei pericoli. I primi aggiornamenti (delle zone giudicate più urgenti) avverranno nel primo trimestre del 2025. Ed è proprio in base alle carte dei pericoli rielaborate che si potrà poi valutare se e quali misure di protezione contro le piene eventualmente mettere in atto. L’obiettivo, infatti, è quello di «rendere la valle più sicura», ha precisato Maissen.
L'analisi di geo7 – che ha studiato nel dettaglio cosa è successo a 18 torrenti nella regione – ha in particolare stabilito ogni quanti anni possono accadere simili eventi: in generale eventi della portata come quello dello scorso 21 giugno possono avvenire ogni 100-300 anni, ha sottolineato Eva Frick, geografa di geo7. Questo cosiddetto ‘periodo di ricorrenza’ è determinante per le carte dei pericoli, visto che in queste ultime vengono presi in considerazione solo eventi che possono accadere al massimo ogni 300 anni. In altre parole se in una determinata zona la probabilità che avvenga una colata detritica è superiore a ‘ogni 300 anni’, non viene presa in considerazione nella carta dei pericoli. Quest'ultima presenta poi tre colori: giallo (pericolo basso), blu (pericolo medio) e rosso (pericolo elevato), che oltre dalla ricorrenza dipendono anche dalla possibile intensità dell'evento naturale. E ad esempio a Sorte le case travolte si trovavano alcune in zona blu, ma altre anche in zona gialla. Di conseguenza un evento di forte intensità come quello avvenuto non era considerato (o meglio, era considerato, ma con una ricorrenza superiore ai 300 anni). Ora, dall'analisi di geo7 è emerso che l'esondazione del riale Molera con il conseguente spostamento di 70-90’000 metri cubi di materiale (fango, legna e massi, anche di grandi dimensioni) possa verificarsi circa ogni 300 anni. In altre parole, la superficie interessata dall'episodio è maggiore e le intensità sono state nettamente più forti rispetto a quanto indicato nella carta dei pericoli, che di conseguenza dovrà essere aggiornata. In generale un terzo delle carte dei pericoli relative ai torrenti analizzati necessita di interventi, ha spiegato Andri Largiadèr dell'Ufp. La rielaborazione terrà conto delle opere di protezione esistenti e ripristinate, nonché degli effetti dei cambiamenti climatici. Oltre al riale Molera, hanno la massima priorità anche il Rià de Polon, il Rià de la Val del Bianch e il Rià Bosch Grass. Ricordiamo che la modifica delle zone di pericolo potrà avere anche conseguenze sulla ristrutturazione o la costruzione di edifici: in una zona rossa, infatti, ciò non è possibile.
«Daremo seguito alle raccomandazioni dello studio geo7», ha da parte sua affermato Urban Maissen, capo dell'Ufficio foreste e pericoli naturali, precisando che «molti lavori sono già stati eseguiti o sono in corso». In sostanza, dalla verifica delle carte dei pericoli in Mesolcina è emerso che il potenziale di materiale solido di fondo alla base delle carte dei pericoli è stato ipotizzato a un livello inferiore rispetto a quanto avvenuto realmente il 21 giugno 2024. E queste quantità elevate di materiale solido di fondo non solo hanno incrementato l'intensità, bensì hanno anche provocato esondazioni di più ampia portata, talvolta in punti inattesi. Urban Maissen ha poi anche indicato che pure la Confederazione effettuerà una sua analisi dei vari nubifragi avvenuti in Svizzzera, coinvolgendo i Cantoni. In questo caso i risultati dovrebbero essere disponibili tra circa due anni.
La consigliera di Stato Carmelia Maissen ha anche sottolineato che eventi naturali estremi si verificano con «una frequenza e intensità sempre maggiore a causa dei cambiamenti climatici», riferendosi ai nubifragi avvenuti non solo in Svizzera (compreso il Ticino), ma anche nel resto dell'Europa, come ancora recentemente nel Regno Unito e in Irlanda. Ciononostante vi è «speranza», ha detto, ricordando la grande dimostrazione di solidarietà dimostrata dopo i nubifragi. «Le situazioni difficili possono essere superate, tutti assieme». Oltre a tutte le persone coinvolte (volontari compresi), Maissen ha anche voluto ringraziare le generazioni passate, in particolare per aver messo in atto misure di premunizione e aver realizzato opere di protezione. Se così non fosse stato, «le conseguenze dell'alluvione dello scorso 21 giugno sarebbe potute essere ben più gravi».