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‘Senza quel riparo, la parte sud di Lostallo non ci sarebbe più’

Luca Plozza, Ufficio foreste e pericoli naturali, evidenzia l’efficacia dell’opera sul riale San Giorgio: diverse case invase dal fango ma non distrutte

Zona invasa da fango e detriti, ma non devastata come Sorte
(laRegione)
26 giugno 2024
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«Non ci fosse stata la sponda di contenimento lunga mezzo chilometro e alta diversi metri attorno al tratto finale del riale San Giorgio, oggi la parte sottostante dell’abitato di Lostallo sud vivrebbe una situazione assai più critica, temo simile a quella di Sorte. Quel riparo ha salvato il paese. Senza di esso, sarebbe stato spazzato via». Luca Plozza, dell’Ufficio cantonale delle foreste e dei pericoli naturali, da diversi giorni insieme ai colleghi percorre la Mesolcina via strada e via aria, da nord a sud, con l’obiettivo di dettagliare cascate, torrenti, frane, scoscendimenti, colate detritiche a seguito dell’evento atmosferico abbattutosi venerdì sera su un’ampia porzione di territorio, «quella che da Leggia va fino a Mesocco su entrambe le sponde della Moesa». L’obiettivo è multiplo, dapprima conoscitivo: «Vedere e verificare tutte le situazioni. Il rilievo sarà pronto a breve. Già sabato, approfittando del bel tempo, con apparecchiature speciali montate su elicottero abbiamo scattato fotografie di qualità per la topografia che rilevano nel dettaglio situazione per situazione. Una mappatura che sarà in futuro consultabile pubblicamente».

‘Ha retto alla furia’

Sarà inoltre importante capire in quale stato versano le molte opere di premunizione idrologica e se hanno svolto il compito per le quali sono state a suo tempo progettate e realizzate: «Ripeto, il riparo di Lostallo ha retto in grandissima parte alla furia del riale San Giorgio». Che è solo parzialmente esondato: sulla sua destra ha danneggiato un grotto e ricoperto la campagna sottostante; a sinistra fango e detriti hanno invaso diverse abitazioni e proprietà presenti ai piedi del riparo, lungo le vie Cios Magrin Pasquè e Strada Francisca, fino alla fontana del paese e, più sotto, oltre la strada cantonale. «Sarà quindi prioritario – riprende Luca Plozza – allestire l’elenco degli interventi infrastrutturali da realizzare con urgenza, a breve termine». In ottica futura si dovranno anche eventualmente aggiornare, laddove necessario, le carte di pericolo per quanto riguarda specialmente le vie di comunicazione e le zone abitate. «In questo caso sarà importante capire se il grado di pericolo dei vari siti sin qui catalogati dovrà essere aumentato in base all’evento verficatosi».

Le case investite ‘erano in zona blu’

A questo riguardo, ciò che è logico chiedersi è se la carta di pericolo relativa al nucleo di Sorte di sponda destra, devastato dalla furia del riale Molera, fosse in linea col rischio reale poi palesatosi nella frana distruttiva. Partiamo da un punto fermo: «Nessuna delle case travolte o danneggiate si trovava in zona rossa, mentre alcune erano in zona blu», spiega Luca Plozza. Rosso sta per rischio elevato, in base al quale sono vietate edificazioni; blu sta per pericolo medio, con obbligo di proteggere la parte soggetta tramite opere di premunizione. Sulla base di diversi parametri «stiamo ora analizzando l’evento che ha interessato Sorte per poterlo catalogare con precisione. Questo ci permetterà di stabilire se la carta dei pericoli fosse conforme. Al momento non si può infatti affermare che vi sia stata una sottovalutazione del rischio reale».

Fenomeno meteo esteso

Detto in altri termini, «se la frana scesa sarà classificata come centennale, allora la zona avrebbe dovuto essere catalogata come rossa; se invece sarà classificata come eccezionale, rarissima e non prevedibile, il grado di pericolo diminuisce e quanto stabilito a suo tempo, ossia zona blu, potrà essere ritenuto conforme alla situazione. Ripeto: solo una volta eseguiti tutti gli accertamenti e fatti gli approfondimenti, si potranno trarre le conclusioni sulle carte di pericolo in vigore finora». Nel dettaglio, sarà dunque importante capire se le valutazioni del passato fossero giuste o sbagliate e se quelle odierne debbano venire aggiornate, considerando anche i nuovi fenomeni meteorologici. «Di sicuro – conclude il nostro interlocutore – ci ha sorpreso enormemente quanto capitato a Sorte e il fatto che il nubifragio abbia interessato un territorio molto vasto, contrariamente a quanto avvenuto nei decenni passati». L’elenco degli eventi geologici in Mesolcina è lunghissimo. Riassumendo all’osso, oltre a quelli noti e di cui abbiamo parlato negli ultimi giorni, si sono verificate piccole frane sulle strade sia della Calanca a Santa Maria e tra Arvigo e Buseno, sia ai Monti di Laura sopra Roveredo. Restando in Mesolcina diverse colate di fango hanno invaso strade, prati, campi, pascoli, cascine in disuso o comunque non abitate. Da una prima conta sono duecento gli stabili più o meno gravemente danneggiati.

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