Grande partecipazione a Lostallo in occasione della serata pubblica per informare la popolazione locale dopo la devastazione del maltempo del 21 giugno
Passata la fase urgente di messa in sicurezza e degli interventi immediati, nei sei Comuni mesolcinesi toccati dal nubifragio del 21 giugno si lavora ora a una dettagliata conta dei danni e a una precisa comprensione dell’evento. Prioritario sarà l’aggiornamento delle zone di pericolo che dovrà dettare i futuri passi da compiere in termini di sicurezza. In una gremitissima palestra delle scuole di Lostallo, rappresentanti dei Comuni e della Regione Moesa hanno incontrato questa sera la popolazione di Lostallo, Soazza, Grono, Mesocco, Roveredo e Cama, ovvero i paesi più toccate dalla devastazione del maltempo di un mese fa. Dopo un minuto di raccoglimento in memoria delle tre vittime residenti nella frazione di Sorte, il sindaco di Lostallo, Nicola Giudicetti, ha voluto esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro, professionisti e volontari, che in vari modi hanno dato il proprio contributo nelle ultime settimane. Dal canto suo, il comandante dei pompieri della Bassa Mesolcina, Giovanni Cadlini, ha informato che la ricerche della persona ancora dispersa non si sono fermate, ma proseguono con una modalità che prevede, in collaborazione con la polizia, che i momenti di formazione dei militi vengano dedicati a questo scopo.
Recentemente, ha spiegato Decio Cavallini, vicesindaco di Roveredo e membro Gruppo di coordinamento regionale, è stato creato un nuovo gruppo coordinativo per l’organizzazione e la direzione dei vari progetti di ripristino, con la formazione di alcuni sottogruppi dedicati a singoli ambiti (misure immediate di ripristino per infrastrutture forestali, infrastrutture non forestali, agricoltura, opere idrauliche e strade cantonali). In totale, tenendo conto del territorio dei sei Comuni, sono 25 le situazioni (di cui 15 solo a Lostallo) che richiedono importanti interventi, alcuni dei quali – i più urgenti – sono già stati realizzati. Il ripristino totale potrebbe anche durare anni.
Per quanto riguarda la frazione di Sorte – dove al momento si è ancora al lavoro per ripristinare gli argini della Moesa –, Andrea Peduzzi dell’Ufficio tecnico cantonale ha informato che si presume di riaprire presto la strada al traffico (una sola corsia). Sempre a Sorte è stato individuato il luogo per il deposito del materiale detritico, che fungerà anche da protezione per il paese. Ad oggi sono invece 310 danneggiamenti ai fabbricati segnalati e ispezionati in loco, per un totale complessivo stimato di circa 10-15 milioni di danni. A Sorte non è ancora possibile effettuare un rilevamento dei danni in maniera definitiva, poiché la zona è stata sbarrata in seguito alla situazione di pericolo.
Per quanto riguarda le donazioni, al momento ammontano a quasi 2 milioni di franchi. Per stabilire la ripartizione dei fondi, è stata istituita una commissione – presieduta dalla consigliera nazionale Anna Giacometti – di cui fanno parte rappresentanti del Cantone, Confederazione, Catena della solidarietà, Caritas e Croce Rossa. Nessun politico locale fa parte della commissione di donazione. Alla raccolta fondi promossa dai Comuni con lo slogan ‘Forza Mesolcina’, si aggiungono i 10 milioni fin qui raccolti dalla Catena della solidarietà, che riguarda però anche i disastri in Vallemaggia e in Vallese.
Prima della serata informativa – dove al momento delle domande del pubblico è stato chiesto ai giornalisti presenti di abbandonare la sala –, accompagnati dall’ingegnere Luca Plozza, dell’Ufficio cantonale delle foreste e dei pericoli naturali, abbiamo raggiunto la zona a sud di Lostallo nei pressi del riale San Giorgio, dove le opere di premunizione a protezione dell’abitato (potenziate dal Cantone nel 2009 e nel 2014) sono risultate decisive per evitare conseguenze ben più pesanti, reggendo infatti in grandissima parte alla furia del riale San Giorgio (si stima che siano scesi circa 50mila metri cubi di materiale). Riale che è solo parzialmente esondato, danneggiando un grotto, ricoprendo la campagna sottostante e invadendo diverse abitazioni e proprietà presenti ai piedi del riparo. Parlando dell’importanza delle opere di premunizione, Plozza ha spiegato che «la prima cosa che andrà fatta ora è un’analisi approfondita dell’evento. Come Cantone, abbiamo incaricato uno studio specializzato del Canton Berna, con il compito di analizzare in maniera estremamente dettagliata cosa è successo il 21 giugno dal punto di vista geologico e climatico. Ci vorrà circa un mese e mezzo per avere questa analisi. Una volta ottenuta, sarà possibile aggiornare le carte di pericolo, valutando eventuali deficit che dovranno essere colmati con misure pianificatorie, come ad esempio vincoli per le vie di comunicazione e le zone abitate, oppure con opere di premunizione, da realizzare o potenziare». Chiediamo a Plozza se attualmente, termina la fase urgente di messa in sicurezza, ci siano situazioni particolarmente delicate da tenere d’occhio in caso di nuove violente piogge: «Stiamo lavorando a pieno regime per riportare il livello di sicurezza a com’era prima del 21 giugno, ad esempio attraverso lo svuotamento dei bacini di contenimento o la riparazione degli argini distrutti. Va detto che il territorio è comunque ferito, e il rischio zero non esiste. Ci troviamo in una regione con montagne sconnesse e questo ci rende più vulnerabili».
Un mese dopo il nubifragio, il quadro delle conseguenze per l’economia locale, il turismo e l’agricoltura si fa più chiaro, anche se non è ancora possibile stilare un bilancio completo dei danni e quantificare tutti i costi. Le Pmi e in particolare le aziende turistiche hanno subito una flessione del giro d’affari. Il Canton Grigioni, per quanto possibile, assicura il suo sostegno agli interessati. Finora l’Ufficio per l’industria, arti e mestieri e lavoro (Uciaml) ha autorizzato 32 delle 37 richieste di indennità per lavoro ridotto presentate dalle imprese colpite. Come noto, il maltempo ha provocato danni considerevoli anche ai terreni agricoli sul fondovalle: circa 100 ettari sono inutilizzabili a causa della presenza di fango, legname e masse di materiale detritico. Danneggiate anche infrastrutture come strade forestali e agricole. L’Ufficio per l’agricoltura e la geoinformazione ha già confermato che si asterrà nel 2024 dal ridurre pagamenti diretti o dal rifiutare sussidi per le superfici colpite dalle intemperie. Pagamenti diretti che dovrebbero essere assicurati anche nel 2025 nel caso in cui i terreni non fossero ancora pronti per essere lavorati. È previsto che i lavori di sgombero vengano svolti in modo coordinato affinché la grande quantità di materiale possa essere asportata correttamente e depositata nei punti previsti a tale scopo. Capitolo turismo: l’inagibilità per due settimane dell’A2 nei pressi di Lostallo ha comportato l’assenza di ospiti, con conseguenti effetti negativi sui pernottamenti in particolare per gli esercizi turistici. In questo senso, l’Ufficio dell’economia e del turismo ha contribuito a una comunicazione turistica speciale per attenuare i danni economici nelle destinazioni direttamente colpite lungo la A13 e per rendere note – con la partecipazione, anche finanziaria, delle organizzazioni turistiche delle Regioni Moesa e Viamala – le offerte nelle destinazioni di nuovo pienamente raggiungibili. Dopo il crollo del numero di ospiti registrato immediatamente dopo il 21 giugno, le organizzazioni del settore si attendono ora una normalizzazione in caso di condizioni meteorologiche stabili.