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‘Vengo lì e faccio saltare in aria te e il tuo ufficio’

Nel 2023 causò panico nell'Amministrazione cantonale anche senza presentarsi a Bellinzona. Condanna e percorso psicoterapeutico per l'uomo

Piazza Governo blindata il 9 agosto 2023
18 giugno 2024
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Un paio d’ore dopo l'allarme, era stato fermato a Giubiasco senza opporre resistenza. Non si è mai avvicinato al centro storico di Bellinzona e nessuno è dunque stato realmente in pericolo. Resta il fatto che le sue minacce telefoniche all’indirizzo dell’Amministrazione cantonale avevano fatto scattare un imponente dispositivo di sicurezza attorno a piazza Governo. In quel caldo e apparentemente tranquillo 9 agosto 2023, si era subito percepita la situazione di massima allerta, a immagine delle numerose pattuglie presenti e degli agenti che, mitra imbracciati, blindavano la piazza e l’entrata di Palazzo delle Orsoline.

‘Vengo lì e faccio saltare in aria l'ufficio’

In carcere dal giorno dei fatti e comparso questa mattina nell’aula penale di Lugano, ha riconosciuto i suoi errori il 37enne svizzero domiciliato nel Locarnese, in via principale giudicato colpevole del reato di violenza e minaccia contro le autorità e i funzionari. Disoccupato e da tempo in assistenza, quella mattina l’uomo ha preso di mira l’Ufficio cantonale del sostegno sociale e dell’inserimento (21 le chiamate effettuate), minacciando (anche di morte) una funzionaria, poiché il suo intento era quello di parlare con la caposervizio che in quel frangente era però impossibilitata a prendere la telefonata. Sempre nella fascia oraria tra le 11 e le 11.45, l’uomo ha inoltre chiamato 17 volte il centralino dell’Amministrazione cantonale, pretendendo di parlare con un’altra funzionaria dei servizi sociali cantonali. “Vengo lì e faccio saltare in aria te e il tuo ufficio”, “Preparatevi che arrivo alle 15”, sono alcune delle frasi dette alle due centraliniste.

Già in carcere per otto anni

Una difficile situazione personale si cela dietro l'ennesimo reato dell’uomo, già noto alla giustizia per altre cinque precedenti condanne tra il 2008 e il 2021. In totale, ha riferito in aula l'imputato, ha passato circa otto anni dietro le sbarre. Nel suo curriculum rapina, stupefacenti, lesioni semplici, furto e danneggiamento. Per quanto riguarda i fatti comparsi oggi in aula, il 37enne ha spiegato che stava attraversando un altro periodo complicato: pochi soldi, tanti debiti e la sensazione di sentirsi trascurato dall'apparato sociale cantonale. «Era un momento di crisi e instabilità – ha affermato il 37enne –. È stato un cumulo di pressioni esterne, sommate a questo mio carattere impulsivo che, grazie al percorso iniziato in prigione, riesco ora a gestire un po’ meglio».

Qualche mese prima, nel maggio 2023, l’uomo si era resto autore di un caso analogo, questa volta all’indirizzo del Ministero pubblico zurighese, anche qui proferendo minacce nei confronti di un funzionario. E questo dopo aver preteso di interloquire con un procuratore pubblico in merito a un decreto d’accusa emesso nei suoi confronti per un caso di violenza avvenuto durante un soggiorno a Zurigo. Oggi l'imputato è stato condannato anche per questo episodio.

‘Non vado fiero di quanto commesso’

Il processo odierno non ha visto l’intervento delle parti essendosi svolto con la procedura del rito abbreviato. La Corte delle Assise correzionali presieduta dal giudice Amos Pagnamenta ha infatti accettato la proposta di pena concordata tra la procuratrice pubblica Anna Fumagalli e l’avvocato difensore Ignazio Maria Clemente. Tenendo conto del periodo dietro le sbarre già espiato, della buona condotta in carcere e dell’apparente ferma volontà dell’imputato di voler finalmente tentare di cambiare vita, il giudice ha accolto la proposta di una pena detentiva di 11 mesi, sospesa in ragione di un percorso psicoterapeutico già iniziato al penitenziario e che l’uomo continuerà in una struttura carceraria aperta, verosimilmente in regime di lavoro esterno. «Non vado fiero di quanto commesso – ha ammesso l’imputato –. Ringrazio per questa opportunità e spero in un futuro migliore».

Ricordiamo che l'episodio in questione non era il solo accaduto in quel periodo a Bellinzona: il 30 agosto, un uomo sulla cinquantina, poi fermato dalla polizia, aveva mostrato atteggiamenti aggressivi nell’atrio di Palazzo delle Orsoline, mentre l'11 ottobre, in piazza Indipendenza era avvenuta l'aggressione verbale e fisica, ai danni di una funzionaria dell'Autorità regionale di protezione di Bellinzona, da parte di due persone (padre 56enne e figlio di 16 anni).