Anche sette ticinesi hanno aderito a Faireswiss, la cooperativa che a livello svizzero vuole garantire una corretta remunerazione ai produttori
Corrispondere un franco per ogni litro di latte venduto in Svizzera, garantendo così il benessere ai produttori attraverso una corretta remunerazione. Questo l’obiettivo della cooperativa Faireswiss - Latte Onesto, che nella giornata odierna si è concentrata sul Ticino con una conferenza stampa indetta all’azienda agricola Ponzio di Sant’Antonino. Scesa a sud della Alpi con la volontà di promuovere il progetto di respiro nazionale nato nel 2019 e catturare la curiosità di eventuali nuovi potenziali soci, Mariana Paquin, responsabile della comunicazione per la cooperativa, è partita subito da una situazione del prezzo del latte in Ticino considerata come «la più catastrofica a livello svizzero. I costi di produzione – ha sottolineato – non fanno che aumentare in una regione la cui topografia rende la realtà produttiva più complicata che altrove. Il prezzo pagato per un litro di latte a luglio 2022 è di 58 centesimi, insufficienti per vivere del proprio lavoro». È membro della cooperativa Omar Pedrini, proprietario di un’azienda agricola a Chiggiogna nonché presidente dell’Unione contadini ticinesi (Uct). Ha parlato in qualità di sorta di ambasciatore del settore lattiero ticinese: «Oltre al prezzo basso del latte, i produttori sono attualmente confrontati con rincari che riguardano qualsiasi servizio si abbia bisogno, dal gasolio al foraggio. L’Uct ritiene dunque più che corretto sostenere questo progetto e rendere equo il guadagno di chi produce, che è sempre l’ultimo a essere considerato». Ancora Pedrini: «Si parla sempre di benessere animale, tutela dell’ambiente, salvaguardia del territorio ma mai di sostenibilità o benessere del produttore, nonostante i prodotti agricoli generino soldi in grandi quantità a chi gestisce le materie prime. Questo deve finire e bisogna tornare a considerare correttamente il contadino a livello economico. Come la tariffa del meccanico perché ha avuto un incremento dei costi di gestione, anche le nostre dovrebbero poter aumentare». Pedrini mette in chiaro che l’adesione alla cooperativa non significa ricchezza. «Ma conviene a tutte le aziende. A chi aderisce, inizialmente viene riconosciuto al massimo un terzo del totale dei litri prodotti dall’azienda, ma se la cooperativa crescerà in futuro si potrà arrivare ad avere un totale sul contingente».
In Ticino il latte Faireswiss è in vendita solo alla Manor. L’anno scorso la cooperativa ha interrotto le trattative con un’altra grande catena di distribuzione. «Voleva imporre ai produttori un determinato Label di produzione, e la cooperativa si è detta contraria – ha affermato Pedrini –. E questo non perché contraria a sistemi di produzione che garantiscono norme più severe, ma perché non è giusto che sia sempre la grande distribuzione a voler imporre agli agricoltori come e cosa produrre per una loro immagine personale senza nemmeno poi essere sicuri che sia il volere finale del consumatore».
Seduti al tavolo dell’azienda agricola di Sant’Antonino, i sette produttori ticinesi membri della cooperativa (che in Svizzera ne conta 82) hanno fatto il punto della situazione. «Osserviamo l’aumento delle materie prime, ma invece il prezzo del nostro latte rimane sempre lo stesso: considerando che guardando al futuro si prospettano altri rincari, un franco a litro è davvero il minimo sindacale», ha affermato il padrone di casa Roberto Ponzio, sottolineando le difficoltà, nonostante i grandi sacrifici, per un’azienda agricola la cui entrata principale deriva dalla produzione di latte. «Non ci rimane che lottare e bisogna continuare a farlo con determinazione», si è associato Graziano Bulloni, allevatore di vacche da latte a Isone e membro di Faireswiss fin dalla sua nascita. «Il nostro grosso problema sono i costi di produzione – ha aggiunto Marco Scoglio proprietario di un’azienda nell’Alto Malcantone con circa 80 mucche –. Oltre al prezzo del foraggio, abbiamo terreni lontani e per falciare il fieno dobbiamo quindi fare degli spostamenti anche di 20 chilometri con trattori e altri mezzi agricoli. Ciò che risulta un bel problema considerando l’aumento del prezzo del gasolio». Ecco allora che, secondo i promotori del progetto, la cooperativa può dare respiro e rendere meno arduo immaginare il futuro del settore lattiero ticinese. «Grazie a Faireswiss vedo la speranza di poter portare avanti un’attività che si tramanda da quattro generazioni», ha detto Silvano Belotti che sul Piano di Magadino alleva una quarantina di vacche da latte. «Dopo l’adesione alla cooperativa abbiamo potuto finalmente iniziare i lavori per costruire una nuova stalla e più mucche nella nostra azienda di Novaggio», ha invece spiegato Bibo Antonioli. Anche Brian Gianelli, che insieme al padre gestisce un’azienda agricola di montagna in Valle di Blenio con una ventina di vacche da latte, vede margine per avere un po’ più di respiro con l’adesione alla cooperativa. Seguendo l’esempio della Città di Losanna, il segretario Sem Genini ha annunciato la volontà dell’Uct di approfondire la possibilità di utilizzare prodotti Faireswiss nelle mense scolastiche affiliate al Centro di competenze agroalimentari Ticino.
Mariana Paquin ha parlato di un bilancio dell’anno 2021 molto soddisfacente per Faireswiss. «Nel 2020 abbiamo venduto poco più di 1 milione di litri di latte, mentre nel 2021 abbiamo invece raggiunto il traguardo di 1,7 milioni». Per poter entrare a far parte della cooperativa è necessario dimostrare di attenersi a direttive che già vengono adempiute da tutte le aziende agricole che percepiscono i pagamenti diretti, oltre ad aderire a dei programmi di benessere animale. Quando il produttore consegna il latte alla centrale che lo ritira con un prezzo da latte di consumo, i quantitativi vanno poi comunicati a Faireswiss che, due volte all’anno e secondo uno schema a incremento, corrisponderà i centesimi mancanti per arrivare a coprire i costi di produzione valutati in un franco al litro. Vent’anni fa i produttori di latte in Svizzera erano più di 40mila, oggi sono meno di 20mila.