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Genini: ‘Siccità, se andrà avanti così sarà veramente dura’

Il segretario agricolo preoccupato per l’assenza di precipitazioni e per il futuro. Gaia (MeteoSvizzera): ‘Non pioverà seriamente almeno sino a fine mese’

I campi sono sempre più secchi
(Ti-Press)
23 marzo 2022
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«Ogni giorno che passa la situazione per noi si fa sempre più preoccupante». Non ci gira tanto attorno Sem Genini, segretario agricolo dell’Unione contadini ticinesi: non piove seriamente da mesi, siccità e caldo anomalo stanno diventando un vero problema per tutto ciò che concerne il mondo dell’agricoltura e dell’allevamento. «La stagione non è ancora iniziata, ma se la situazione non cambia drasticamente, appena lo farà sarà veramente dura», riprende Genini. Perché «prima di tutto l’erba non cresce, e a metà marzo in alcuni prati e alpeggi si vedono già delle macchie giallastre perché il terreno è troppo secco. Inoltre – spiega il segretario agricolo – dovremo vedere come reagiranno le vigne, le colture orticole e cerealicole… tutto quello che viene coltivato all’aperto per noi è fonte di molti timori, in particolare dove non ci sono possibilità di irrigazione artificiale».

Il foraggio per ora non è un problema, ma in futuro...

Timori che a cascata ne portano altri che coinvolgono giocoforza la sfera economica: «Quando capita un anno di grande siccità come questo alcuni allevatori sono costretti a comprare il foraggio per i propri animali perché, come dicevamo, l’erba non è sufficiente. Lo si acquista in Svizzera, ma finché non ci sarà una certa autosufficienza bisognerà sempre guardare all’estero». E la situazione relativa al foraggio è «delicata, molto delicata». Russia e Ucraina «sono due dei più grandi esportatori a livello mondiale di prodotti agricoli», ricorda Genini. Non verso la Svizzera, ma verso Paesi da cui compriamo sì. Come l’Unione europea, ad esempio. E quindi, «se ai nostri vicini non arrivano più generi alimentari o foraggio da Russia e Ucraina useranno il loro, senza venderlo. Oppure forse lo venderanno anche, ma a che prezzo? Con conseguenze non indifferenti per il nostro settore. Bisogna però precisare che in ogni caso, precauzionalmente e con lungimiranza, la Svizzera immagazzina sistematicamente derrate alimentari e alimenti per animali per formare delle scorte obbligatorie; ci sono più di 100 aziende agricole che se ne occupano in Svizzera e per un po’ di tempo non dobbiamo preoccuparci troppo».

‘Speriamo non manchino i fertilizzanti per l’anno prossimo’

Parallelamente al tema del foraggio, c’è anche quello relativo ai fertilizzanti. «Per garantire che i campi siano coltivati nel miglior modo possibile, il governo ha aperto le scorte obbligatorie di fertilizzanti. Secondo gli esperti, gli agricoltori hanno ora l’80-90% del fabbisogno di fertilizzanti che serve fino alla fine del 2022 immagazzinato nelle fattorie e sono a posto, ma se in autunno, quando saranno necessari sementi e fertilizzanti per preparare i campi per il 2023, dovessero mancare per gli stessi motivi geopolitici, sarebbe un ulteriore colpo», rileva il segretario agricolo. Che guarda il cielo aspettando qualche pioggia, «tenendo bene a mente, però, che quando piove dopo lunghissimi periodi spesso piove in maniera molto violenta e abbondante, col rischio di peggiorare una situazione già molto difficile».

L’importanza dell’autoapprovvigionamento

Siccità, caldo, il conflitto in Ucraina che riverbera le sue conseguenze in mille ambiti tra cui anche l’agricoltura. Tutti elementi che portano Genini a ribadire «l’importanza sempre maggiore dell’autoapprovvigionamento e della sicurezza alimentare, dei temi che sono per noi centrali da diversi anni, basti pensare all’iniziativa che nel 2017 aveva permesso di includere nella Costituzione federale la sicurezza alimentare e l’anno scorso in quella ticinese la sovranità alimentare. Siamo stati lungimiranti, ma bisogna ora mettere in pratica questi principi anche concretamente, cercando di produrre ogni derrata alimentare che possiamo qui da noi, aiutando al contempo chi è in crisi e ha meno risorse delle nostre. E non solo le famiglie contadine saranno chiamate a collaborare, bensì tutti noi dovremo anche ridurre lo spreco alimentare».

Bassi (Foft): ’Il problema oggi sono i costi di produzione dovuti ai sistemi di irrigazione’

Marco Bassi, direttore della Foft, la Federazione orto-frutticola ticinese, la prende con filosofia, anche con filosofia. «Avendo, come agricoltori, a che fare con la natura, sappiamo che la situazione ideale non esiste, a maggior ragione con il cambiamento climatico in corso. Quindi dobbiamo adeguarci, cercando di garantire sempre una produzione di qualità», premette Bassi. Ora è la siccità a caratterizzare questi mesi. E «il problema principale che oggi abbiamo», evidenzia il direttore della Foft, «sono i costi di produzione dovuti al maggior ricorso ai sistemi di irrigazione – non tutti i contadini peraltro sono attrezzati per irrigare come si deve – per portare e distribuire l’acqua nelle colture».

Del resto non piove. Da diverse settimane (anche) in Ticino non si registrano precipitazioni di un certo rilievo. L’acqua che arriva dal cielo è ovviamente a costo zero. La musica cambia se è necessario far capo a sistemi di irrigazione. Il produttore come può assorbire questi costi aggiuntivi? «Anche per quanto riguarda la verdura – ricorda Bassi – il prezzo è sempre fatto dal mercato e dunque dalla domanda e dall’offerta. Se c’è tanta offerta e poca domanda, automaticamente il prezzo scende e a rimetterci è spesso e volentieri il produttore. Quando invece avviene il contrario è allora più facile chiedere al commerciante un prezzo adeguato in base al costo di produzione».

‘Finora la qualità dei prodotti ortofrutticoli è alta’

In ogni caso, spiega il direttore della Foft, i costi supplementari «derivanti dall’impiego di sistemi di irrigazione non sono uniformi, non sono uguali per tutti gli agricoltori, perché chiaramente variano fra l’altro in funzione delle dimensioni del terreno. Se non c’è un esubero di produzione di insalata piuttosto che di zucchine o pomodori e la domanda è alta, il produttore, ripeto, può chiedere un prezzo adeguato e, aggiungo, dovuto. Per contro se c’è troppa merce sul mercato e la domanda è bassa, chi vuole vendere riduce il prezzo e chi produce si adatta, rimettendoci». La siccità sta incidendo sulla qualità dei prodotti ortofrutticoli ticinesi? «Sì, certo, la qualità è infatti migliore: il sole la favorisce», sottolinea Bassi.

MeteoSvizzera: ‘Il secondo inverno più mite dall’inizio delle rilevazioni’

La primavera è appena cominciata ed è iniziata all’insegna del bel tempo. Stando all’app di MeteoSvizzera, non si intravedono cambiamenti perlomeno a breve. Insomma anche nei prossimi giorni niente pioggia, ma sole e ancora sole, con una temperatura massima intorno ai 18 gradi. Tracciando il bilancio di febbraio, MeteoSvizzera, aveva scritto di un mese risultato nel complesso "mite". A sud delle Alpi "addirittura estremamente mite", con "una serie quasi ininterrotta di giornate soleggiate". Sulle pianure nordalpine "non si è mai vista la neve e a sud delle Alpi è proseguita la carenza di precipitazioni". Secondo gli esperti "per il versante sudalpino si è trattato localmente dell’inverno più soleggiato, del secondo inverno più mite e del secondo più asciutto dall’inizio delle misure".

Marco Gaia: ‘Non ci saranno precipitazioni di rilievo sino a fine mese’

Eloquente Marco Gaia, responsabile del Centro regionale sud di MeteoSvizzera: «Quello che stiamo vivendo è estremamente eccezionale. E in base ai dati di cui disponiamo, probabilmente non ci saranno precipitazioni di rilievo sino alla fine del mese». Facciamo un passo indietro. Sino alla fine dello scorso novembre, riprende Gaia interpellato dalla ‘Regione’, «abbiamo avuto con una certa regolarità delle precipitazioni, da dicembre sono diventate merce rara. A Lugano, per esempio, ma il discorso vale in sostanza per tutto il cantone, a dicembre, a gennaio e a febbraio ha praticamente piovuto una sola volta al mese e sono state delle precipitazioni assai contenute».

Emergenza anche in Piemonte per Po e Ticino

La situazione preoccupa tantissimo anche in Piemonte: "Senza piogge negli ultimi dieci giorni di marzo, nei fiumi piemontesi non ci sarà acqua sufficiente per far partire la stagione irrigua", si legge nell’ultimo aggiornamento di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. A lanciare l’allarme è anche Coldiretti: al Ponte della Becca, in provincia di Pavia, dove confluiscono il Po e il Ticino la portata è ai minimi da almeno trent’anni. Una secca simile si è vista solo in qualche mese di agosto. La siccità, afferma ancora l’associazione dei coltivatori diretti, "è la calamità più rilevante per l’agricoltura italiana, con danni stimati in media in un miliardo di euro l’anno".