Il Ceo delle Ffs Vincent Ducrot: ‘Continueremo a investire. Buon riscontro dell’utenza dopo le opere inaugurate, rimane qualche problema di puntualità’
Assicurare collegamenti diretti attrattivi verso i grandi centri urbani, sviluppare ulteriormente il polo logistico e promuovere lo sviluppo interno nei pressi delle stazioni ferroviarie. Questi i principali obiettivi strategici che le Ferrovie federali svizzere si pongono per il Ticino entro il 2035. Riunitisi questa mattina a distanza di un anno e quattro mesi dall’ultimo incontro, la delegazione della direzione delle Ffs e il Consiglio di Stato hanno sottoscritto la versione aggiornata della cosiddetta ‘Prospettiva generale Ffs Ticino’. «Il rapporto tra il nostro cantone e le Ffs è molto importante e ha radici lontane nel tempo – ha detto il presidente del Governo Manuele Bertoli in apertura della conferenza stampa indetta a Palazzo delle Orsoline –. Oggi abbiamo potuto firmare un documento che definisce lo sviluppo di ciò che accadrà in futuro e che permetterà di completare un disegno che negli ultimi 20 anni ha modificato in maniera sensibile e significativa la presenza delle Ffs in Ticino».
Il documento ‘Prospettiva Generale Ffs Ticino’ nasce nel 2016 con gli importanti progetti legati al futuro delle Officine di Bellinzona, all’allora imminente inaugurazione della galleria di base AlpTransit del San Gottardo e alla messa in esercizio di quella del Monte Ceneri avvenuta nel dicembre 2020 pochi mesi prima dell’entrata in vigore del nuovo orario. «Negli ultimi anni abbiamo fatto dei passi importanti in Ticino, concretizzando diverse opere, ma non ci fermeremo qui – ha affermato il Ceo delle Ffs Vincent Ducrot –. Intendiamo infatti continuare a far evolvere il sistema ferroviario, sviluppando le stazioni e i collegamenti». La conferenza stampa è stata l’occasione per fare un primo bilancio sul traffico regionale e a lunga percorrenza a un anno dall’apertura della galleria di base del Ceneri. Un primo elemento essenziale, ha sottolineato Ducrot, è il fatto che la vendita dei titoli di trasporto relativi al traffico regionale è tornata sui livelli del 2019, quindi prima della pandemia di coronavirus i cui effetti, ha aggiunto il Ceo, si sono fatti sentire in maniera più marcata per quanto riguarda il traffico a lunga percorrenza sull’asse nord-sud. Parlando di «un metrò Ticino che funziona relativamente bene», Ducrot si è detto soddisfatto della risposta dell’utenza anche se, ha evidenziato, non mancano alcune criticità, come ad esempio qualche problema di puntualità, in particolare lungo la tratta Locarno-Lugano-Milano.
Dopo la presentazione del piano industriale avvenuta martedì 7 dicembre, Ducrot è tornato oggi sul progetto che prevede un investimento di 580 milioni per realizzare il moderno stabilimento industriale dove saranno impiegate 360 persone a tempo pieno più un’ottantina di apprendisti. «Per noi è un progetto estremamente importante e ringrazio le autorità ticinesi per il loro supporto. Non sarà solo un’officina estremamente all’avanguardia ma anche un luogo dove formeremo 80 giovani per garantire il ricambio di personale», ha affermato, sottolineando la fierezza per il futuro centro di competenza per apprendisti gestito da Login per conto di Ffs. Nuove Officine, ha continuato il Ceo, dove la manutenzione richiederà maggiori competenze a causa di materiale rotabile più tecnico e complesso. Per questa ragione, durante la fase di transizione (2021-2026) verso Castione, l’obiettivo delle Ffs è quello di accompagnare i collaboratori nel processo di sviluppo verso una nuova carriera professionale, così da essere preparati all’elevato livello di digitalizzazione che contraddistinguerà il futuro stabilimento industriale. Nell’iter verso l’inaugurazione prevista nel 2026, il prossimo passo è costituito dalla pubblicazione dei piani nel mese di aprile 2022, in occasione della quale saranno organizzati dei momenti informativi per la popolazione di Arbedo-Castione. Nel 2023 è invece previsto l’inizio dei lavori preparatori per lo stabile.
«Il grande confronto sulla questione delle Officine – ha detto Manuele Bertoli ricordando l’evoluzione dei rapporti tra il Ticino e le Ffs a partire dallo sciopero del 2008 – ha portato tutto il cantone a unirsi contro la prospettiva di uno smantellando. Si è quindi dovuto ricostruire, con la consapevolezza crescente delle stesse ferrovie della necessità di mantenere il luogo di produzione in Ticino e di inserirlo in una rete nazionale con un concetto che guardasse al futuro. Da una crisi sono quindi nate opportunità, non senza confronti a volte anche piuttosto difficili, ma con la volontà di tutte le parti di uscirne con dei risultati migliori per tutti. E alla fine, alla luce di tutti gli investimenti effettuati negli ultimi anni dalle Ffs e del fatto che le nuove Officine verranno costruite qui, peraltro con un volume più grande di quanto inizialmente previsto, è tornato il sereno dopo che i nuvoloni di quegli anni erano piuttosto vistosi».