Perquisizioni, interrogatori e sequestri sui cantieri di Camorino, Sigirino e Bellinzona. Decolla l'inchiesta avviata dopo la testimonianza di due operai
Continua la lunga storia delle irregolarità nei cantieri AlpTransit in Ticino. Inizia a prendere corpo l’inchiesta aperta a metà maggio contro ignoti dal procuratore pubblico Andrea Gianini sulle presunte irregolarità segnalate un anno fa alla Polizia cantonale da due operai impiegati sul cantiere AlpTransit del Ceneri nella posa dei binari. Oggi gli inquirenti hanno effettuato perquisizioni e interrogatori e hanno sequestrato materiale cartaceo e informatico a Camorino, Sigirino e Bellinzona in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro e con la Commissione paritetica per le costruzioni ferroviarie. Obiettivo: comprendere se sussistano i presupposti di reati di natura penale e violazioni delle disposizioni legali in materia di contratti e permessi di lavoro. Esito? “Il dispositivo – spiegano Procura e PolTi in un comunicato – ha permesso di evidenziare possibili anomalie a livello di sicurezza che saranno ora oggetto di approfondimenti da parte delle autorità competenti”. In tutto 57 le persone controllate. Ulteriori atti istruttori verranno valutati nei prossimi giorni in base anche all’esito delle ultime verifiche. A far smuovere le acque, ricordiamo, sono state le deposizioni fatte spontaneamente da due ex dipendenti delle imprese italiane Gcf Generale costruzioni ferroviarie e Gefer (entrambe del Gruppo Rossi di Roma) impiegate nel tunnel dal maggio 2017 e l’estate 2018. Ditte che facevano parte del consorzio italo-svizzero ‘Mons Ceneris’ aggiudicatario di un appalto da 96 milioni di franchi. Appalto ottenuto con un’offerta il 30% più bassa rispetto al consorzio svizzero-austriaco concorrente il cui ricorso era stato respinto dal Tribunale federale. I due operai, cui se ne sono aggiunti altri nelle ultime settimane, evidenziano più anomalie. Le principali: doppi turni dalle 13 alle 20 ore consecutive con una pausa di soli 10 minuti per mangiare un panino in galleria in condizioni inadatte per consumare un pasto; fino a 20 giorni lavorativi consecutivi senza un giorno di riposo; caporalato con salari taglieggiati nei quali figurano 8 ore al giorno di lavoro anziché quelle fatte realmente; obbligo di restituire parti di salario giustificato facendo leva sugli accordi Italia-Svizzera; convogli e macchinari da cantiere i cui conduttori erano sprovvisti di formazione. E molto altro ancora. L'inchiesta era partita dopo le rivelazioni di due operai raccolte dalla Rsi. Qui trovate un accurato resoconto degli elementi che hanno condotto all'apertura delle indagini.