Tokyo 2020

La Svizzera che non t’aspetti: un sesto posto d'altri tempi

Il coraggio e la determinazione di Brägger, Yusof, Baumann e Gischard rinverdiscono i fasti degli anni Cinquanta. Ma il podio è tutto per russi e asiatici

Da una vita mai così in alto (Keystone)
26 luglio 2021
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Se c'è un posto in cui vale la pena di superare sé stessi, quello è senz'altro l'Olimpiade. Dove la Nazionale maschile di ginnastica ha ottenuto un risultato che definire storico è dire poco, siccome bisogna tornare indietro fino ai Giochi di Los Angeles del 1984, quando gli elvetici si piazzarono quinti, in un'edizione però boicottata dai paesi dell'ex blocco dell'Est, per trovare traccia di un miglior risultato d'assieme. Tuttavia, ciò non è bastato al quartetto elvetico per salire su un podio la cui strada, ad ogni modo, era praticamente sbarrata di principio, visto che russi, giapponesi e cinesi appaiono intoccabili. Incuranti di ciò, Pablo Brägger, Eddy Yusof, Christian Baumann et Benjamin Gischard hanno superato le loro più ottimistiche attese dopo l'ottavo posto delle qualificazioni, salendo di altre due gradini grazie a prestazioni omogenee e a una grandissima unità d'intenti, in un finale in cui gli elvetici hanno saputo assumersi anche dei rischi, praticamente senza commettere errori. A differenza, ad esempio, di ciò che era successo nelle qualificazioni, con la mortificante caduta di Pablo Brägger alla sbarra, in quello che dovrebbe essere l'ultimo appuntamento della sua ricchissima carriera.

In barba ai pronostici, la Svizzera al maschile ha così fatto un balzo indietro di decenni, avvicinandosi ai risultati che la nostra ginnastica otteneva all'inizio degli anni Cinquanta. Agli occhi degli specialisti, infatti, non si assisteva più a un piazzamento di valore equiparabile addirittura dal 1952.