La russa numero 8 al mondo, che si dissocia dalla guerra, torna sull'episodio con Tsurenko e pensa al torneo di Wimbledon. ‘Noi tennisti siamo fortunati’
Ha detto no alla guerra di Mosca contro Kiev, ha firmato senza problemi la dichiarazione di dissociazione dalla patria Russia per giocare a Wimbledon, ma nonostante ciò sulla terra rossa di Madrid Daria Kasatkina non ricevere la stretta di mano della rivale ucraina che aveva battuto, Lesia Tsurenko. Tuttavia, la numero 8 al mondo e miglior tennista russa, non se la prende. «Sono fortunata, perché pratico uno sport che ci permette di giocare», dice la venticinquenne di Togliatti.
La tennista nata a Togliatti è stata tra le poche atlete russe a schierarsi subito apertamente contro l'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo, definendolo un «incubo in piena regola». Per lei dunque non sarà un problema compilare la dichiarazione di dissociazione da quella che Mosca definisce un'operazione speciale, richiesta dall'All England Club per riammettere russi e bielorussi a giocare sull'erba di Wimbledon. «Mi è dispiaciuto molto non poter essere a Londra l'anno scorso: ovviamente c'era un motivo, ma è stato comunque doloroso» ha detto alla Bbc la 25enne russa. «Sono felice di poter tornare quest'anno: a essere onesti il nostro è lo sport più fortunato, visto il 95% degli atleti russi non ha potuto competere negli eventi internazionali. Noi tennisti apprezziamo molto questa opportunità».
D'altra parte, all'All England Lawn tennis & croquet club hanno ‘compensato’ la scelta di apertura con una politica di supporto ai tennisti ucraini: a chiunque finisca nel tabellone principale e in quello delle qualificazioni di Wimbledon verranno pagate due ospitalità per tutta la stagione dei tornei sull'erba, e messi a disposizione per gli allenamenti i campi di Wimbledon e di Surbiton, subito dopo gli Open di Francia. «La maggior parte dei giocatori ucraini non può tornare ad allenarsi in Ucraina, quindi penso che abbia senso dare loro l'opportunità di potersi preparare a Londra», ha aggiunto Kasatkina. Che perô, nonostante la sua presa di distanze e le sue idee, al termine del match vinto contro l'ucraina Tsurenko, la sua avversaria non abbia voluto stringerle la mano. «È così, e l'accetto – commenta Daria Kasatkina –. È una situazione molto triste e ovviamente i giocatori ucraini hanno molte ragioni per non stringerci la mano. Ero già felice che avesse risposto al mio saluto».