Il 91enne tecnico statunitense è deceduto in Florida, dove aveva la sua Accademy dalla quale sono usciti 12 numeri uno delle classifiche Atp
È stato l’allenatore per antonomasia, le sue mani hanno forgiato fior di campioni, dai quali non sempre è stato amato per quei suoi metodi duri fino all’eccesso, mutuati probabilmente dai suoi trascorsi nel corpo dei Marines. Nick Bollettieri, 91 anni, è morto in Florida, a Beradenton, dove nel 1987 aveva aperto la sua accademia, acquistata nove anni dopo dalla Img, la quale gli lascerà mano completamente libera per quanto attiene la direzione di una struttura che oggi si estende su 450 acri e conta 650 dipendenti. Il suo è stato un concetto innovativo del tennis, basato non soltanto sul talento, ma anche e soprattutto sulla preparazione fisica e mentale. Concetti che, a tanti anni di distanza, rimangono la base per il successo. Ha avuto la capacità di pescare numerosi ragazzi e ragazze pronti a soffrire e a investire molto della loro infanzia per raggiungere la gloria su un campo da tennis. E tanti ce l’hanno fanno. Sotto la sua ala protettrice sono passati 12 numeri uno delle classifiche Atp. Il primo a raggiungere la vetta è stato lo statunitense Jim Courier nel 1993, preceduto di due anni, ma in campo femminile, da Monica Seles. Tra i campioni passati dall’accademia di Bollettieri vi sono pure André Agassi, Marcelo Rios, Pete Sampras, Jennifer Capriati, Jelena Jankovic, Martina Hingis, Maria Sharapova, Venus e Serena Williams...
Il legame più forte, è stato quello con Agassi, come lo stesso "Kid" ricorda nella sua famosa autobiografia, nelle cui pagine non mancano gli accenni a quei nove anni trascorsi all’accademia, sempre in bilico tra la sua voglia di ribellione e le regole ferree e intransigenti del suo allenatore.