La presenza del tennista potrebbe portare a disordini civili. A dirlo il ministro dell’Immigrazione Hawke, nella memoria presentata oggi in tribunale
La presenza di Novak Djokovic in Australia “potrebbe rappresentare un rischio per la salute della comunità” e “portare ad un’impennata di disordini civili”. È quanto si legge nella memoria presentata oggi in tribunale dal ministro dell’Immigrazione Alex Hawke per motivare la revoca del visto nei confronti del tennista serbo, come riportano i media internazionali.
Djokovic incoraggia il “sentimento anti-vaccinazione” e potrebbe dissuadere gli australiani dal richiamo, in una fase in cui Omicron si diffonde molto rapidamente, ha aggiunto il ministro nella memoria alla Corte federale che domani (stanotte in Svizzera) dovrà decidere se espellere il campione o permettergli di partecipare agli Open.