Il norvegese ha vinto lo slalom di Wengen dopo aver chiuso 29° la prima manche. Secondo posto per il vallesano, clamoroso ‘suicidio’ di Kristoffersen
Daniel Yule può sorridere. Lo slalomista elvetico ha chiuso al secondo posto la gara di Wengen, dopo aver recuperato sei posizioni nella seconda manche. Ma l’eroe di giornata non è stato il vallesano, bensì il norvegese Lucas Braathen. Il 21enne di Oslo ha colto la sua seconda affermazione in Coppa del mondo dopo aver chiuso la prima manche addirittura al 29º posto. Un miglioramento di 28 posizioni che ha del miracoloso. Yule è stato l’unico a reggere il confronto con lo scandinavo e ha chiuso a 0”22 dal vincitore, per quello che è il suo 11° podio in carriera, il primo da Schladming 2020 (3°). Un risultato che gli permette di issarsi al secondo posto della classifica di specialità. «Era ora – ha esclamato l’elvetico ai microfoni della Rts –. È un risultato che mi ripaga del grande lavoro svolto». Tra l’altro, il suo secondo posto rappresenta il primo podio conquistato a Wengen da uno sciatore rossocrociato dopo quello ottenuto nel 1999 da Michael von Grünigen (pure lui secondo). Per la vittoria, però, bisognerà aspettare: l’ultimo trionfo sulle nevi bernesi risale addirittura al 1987, a firma Joel Gaspoz. «Quando penso a tutte quelle giornate della scorsa estate molto molto difficili, questo podio arriva come il cacio sui maccheroni», ha concluso il vallesano, reduce da una stagione 2020-21 piuttosto complicata.
A dire il vero, quella di Wengen avrebbe dovuto essere una doppietta norvegese. Infatti, Hnerik Kristoffersen, nettamente il più veloce sul primo tracciato e che su Braathen vantava un margine di poco inferiore ai 2”, sul secondo percorso è stato l’unico a fare gara quasi pari con il connazionale. Su un tracciato deterioratosi con il passare dei concorrenti, Kristoffersen ha sì perso buona parte del suo capitale, ma è arrivato all’ultimo tempo intermedio con un secondo buono di vantaggio. Per lui la vittoria sembrava cosa fatta, ma a due porte dalla linea d’arrivo ha clamorosamente inforcato, per quello che è in assoluto uno dei più clamorosi “suicidi” della stagione.
Brutta prova, nella seconda manche, per Ramon Zenhäusern. Quarto sul primo tracciato, ha poi commesso un errore all’entrata del muro che lo ha relegato al 15° posto: «Ci ho provato, ho attaccato. Ma ho commesso due errori di troppo. In slalom sono cose che capitano».
Buona, per contro, la prestazione di Loïc Meillard, limitatamente alla seconda discesa. Battuto soltanto da Lucas Braathen, l’elvetico ha chiuso con il secondo tempo di manche e il settimo finale.