Sono dieci i criteri presi in considerazione per tentare di “leggere” la finalissima con l'aiuto di Davide Morandi, che di partite in Russia ne ha viste 16
«Lloris sta facendo un Mondiale incredibile, è decisivo in ogni intervento (su tutti ricordo la parata su Caceres nel quarto di finale con l’Uruguay); Subasic dalla sua ha la grande presenza fisica e, importantissimo nella fase a eliminazione diretta, è fortissimo nei rigori». Parità.
«La Francia ha due centrali favolosi con Umtiti e Varane, ma soprattutto ha il vantaggio di avere in Pogba un giocatore che aiuta tantissimo la difesa, tanto che parlerei quasi di una difesa con tre centrali. Poi devo ammettere che non conoscevo i due esterni Pavard ed Hernández, ma si sono rivelati dei giocatori eccezionali in prospettiva. Non è un caso se a parte i tre gol con l’Argentina, i transalpini non hanno subito altre reti. La difesa croata sta facendo un buon Mondiale, ma non è certamente il punto di forza dei balcanici». Punto Francia.
«Quello della Croazia è poesia pura, non c’è mai stato un centrocampo così forte. Modric è da pallone d’oro, l’uomo del Mondiale in assoluto, mentre Rakitic e Brozovic fanno un lavoro incredibile. Senza dimenticare che in panchina hanno altri elementi molto forti. L’unico pericolo è sul piano fisico, perché in mezzo la Francia alterna appunto forza fisica con Kanté e Pogba e intelligenza con Matuidi». Punto Croazia.
«In attacco ci divertiamo. I francesi hanno in Giroud, malgrado non abbia ancora segnato, un attaccante che fa un lavoro sporco incredibile, anche grazie al suo fisico imponente. Poi ci sono un giocatore di una raffinatezza e di una tecnica sopraffine come Griezmann e soprattutto un pazzo come Mbappé. Quest’ultimo contro il Belgio oltre alle sue solite accelerazioni da paura ha piazzato un gesto tecnico (il colpo di tacco con mezza veronica) da “hors catégorie”. Anche quello che stanno facendo Rebic, Mandzukic e Perisic ha dell’incredibile, non so come facciano a non scoppiare, forse si sono fatti passare l’ammoniaca dai russi, perché corrono come dei matti, ma con efficacia». Parità.
«Dalic ha ereditato una situazione difficile ed è stato bravo a creare dei rapporti umani con i giocatori (una caratteristica questa che accomuna molti dei tecnici protagonisti a questa Coppa del mondo). Ma dico Deschamps. Due anni fa è arrivato in finale all’Europeo (persa buttandola via), ora è in finale al Mondiale e riesce a gestire tutto nonostante abbia la stampa francese praticamente tutta contro. Possiede davvero una capacità gestionale incredibile». Punto Francia.
«C’è poco da dire: la Croazia è andata tre volte ai supplementari ed è come se avesse giocato una partita in più rispetto alla Francia. Come se non bastasse, ha avuto 24 ore in meno per recuperare e questo potrà pesare. Punto Francia.
«Non ci sono grandi differenze, perché entrambe le squadre hanno praticamente sempre giocato con la formazione tipo, i giocatori sono pronti, sanno quello che devono fare e i meccanismi sono ben oliati». Parità.
«Le dichiarazioni di Pogba (“Sono contento, ma non troppo, perché manca ancora qualcosa, siamo venuti fin qui per vincere”, ndr) mi hanno impressionato. I francesi, dal primo giorno in cui si sono trovati, hanno un solo focus: conquistare il titolo mondiale. La Croazia sta vivendo qualcosa di straordinario, quasi un sogno, ma per andare davvero fino in fondo dei essere pronto mentalmente e vedo la selezione transalpina più preparata». Punto Francia.
«Senza dubbio Croazia. Quando per una nazione di circa 4 milioni di abitanti hai 23 giocatori che – a parte due – non giocano in patria ma che quando si ritrovano insieme riescono a esprimere un amore così forte per la loro bandiera, è qualcosa di incredibile. Tanto di cappello al popolo croato». Punto Croazia.
«I francesi sono sciovinisti e purtroppo stanno vivendo il Mondiale soprattutto in casa loro, qui in Russia ne sono arrivati davvero pochi. Lo stesso vale per i croati, anche se bisogna considerare che sono quasi 60 milioni in meno. Malgrado ciò, penso che entrambe le fazioni stiano facendo arrivare il loro sostegno ai propri beniamini e saranno pronte ad accoglierli – comunque vada – da campioni al loro ritorno in patria». Parità.