Russia 2018

Deschamps sa come si fa

Nel 1998 i ‘Bleus’ vinsero il Mondiale contro il Brasile, nel 2006 lo persero, contro l’Italia. Atto terzo, domenica

11 luglio 2018
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Non c’era già più, nella notte di Berlino che nel 2006 laureò l’Italia campione del mondo a spese della sua Francia. Deschamps, per contro, fu addirittura il capitano di quella favolosa squadra che annichilì il Brasile all’atto conclusivo della Coppa del mondo del 1998. ‘Bleus’ campioni, vent’anni fa. Un lieto fine che potrebbe ripetersi, domenica a Mosca. Belgio sconfitto 1-0, Francia in finale, per la terza volta in vent’anni, e dopo tornei segnati da grandi delusioni, alcune delle quali cocenti. Ultima delle quali, la finale degli Europei persa contro il Portogallo, preludio però a una risalita verso la vetta mondiale che si sta concretizzando in Russia.

Il ct transalpino conosce bene le emozioni che si provano quando si taglia un traguardo importante come l’accesso alla finale di una Coppa del mondo. Dovrà trasmettere la sua esperienza ai suoi giocatori, per cercare di ricreare quell’atmosfera magica che permise alla generazione dei vari Zidane, Blanc e Barthez (ricordate lo scaramantico bacio del difensore sulla testa pelata del suo portiere?) di mettere le mani sul trofeo più ambito.

Non è stata una bella semifinale. L’enorme posta in palio e la scarsa vena del Belgio hanno privato un duello potenzialmente esplosivo della componente spettacolo che era lecito attendersi da due squadre qualitativamente di altissimo livello. In campo, sono così rimasti la pressione sulle spalle dei giocatori e un attendismo che ha abbassato il ritmo e tolto pepe alla sfida, annunciata come una sorta di finale anticipata.

Tre finali in vent’anni

In un primo tempo bloccato, i portieri Lloris e Courtois hanno comunque avuto modo di assurgere a protagonisti, togliendo dai guai le rispettive squadre con un paio di interventi risolutori. Non deve stupire che l’equilibrio sia stato spezzato da un calcio piazzato, segnatamente un angolo, convertito in oro da Umtiti, più rapido di Fellaini e autore della capocciata letale sulla quale nulla ha potuto nemmeno un portiere bravissimo come Courtois.

Quasi impercettibile, la reazione del Belgio, colpito e affondato, impalpabile, senza la brillantezza che gli aveva permesso di ribaltare l’ottavo di finale con il Giappone, o di mettere sotto con un ‘partitone’ il Brasile nei quarti. Solo Hazard ha piazzato qualche fiammata, ma intorno aveva il vuoto. La sfida con la Seleção è rimasta nelle gambe e nella testa dei Diavoli Rossi, vicini al pareggio in una sola occasione, una zuccata di Fellaini, che ha tentato invano di rimettere le cose a posto con un esercizio che 10 minuti prima lo aveva visto uscire perdente, quindi colpevole.

Francia in finale, con merito, per cancellare il ricordo di Berlino, per rinverdire i fasti di Parigi, targati 1998. Deschamps c’era, sa come si fa. Chi meglio di lui per spiegarlo ai suoi ragazzi?

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