Dopo lo Zurigo, la squadra di Luca Cereda con pieno merito riesce a sconfiggere anche i grigionesi, in una partita segnata da un'unica rete
Dopo lo Zurigo, il Davos. È un weekend da incorniciare quello dell'Ambrì, che alla Gottardo Arena manda al tappeto anche il Davos, in una sera in cui Luca Cereda rimanda in pista la stessa squadra che aveva espugnato la Swiss Life Arena di Zurigo la sera prima, con la sola eccezione di Rocco Pezzullo, ammalato alla vigilia, che fa il suo ritorno nel lineup in qualità di settimo difensore.
Tra Ambrì e Davos non ci sono fasi di studio: subito molto movimento, qualche bella giocata e anche alcune buone opportunità (sul conto di Curran e di Kubalik, ad esempio), con i biancoblù che nelle primissime battute giocano più dischi in attacco rispetto ai loro avversari. Poi, però, il Davos comincia a rendersi minaccioso, e l’Ambrì è costretto a moltiplicare gli sforzi per tenere alla larga i grigionesi davanti a Senn. E proprio davanti al portiere grigionese, al 10’55’’, capita una scena che scatena il malcontento del pubblico: Wüthrich esagera col suo bastone nell’allontanare Frehner, e al terzo tentativo lo colpisce in faccia. A gioco fermo, gli arbitri si consultano e poi decidono di andare ad analizzare le immagini tivù, e a quel punto non possono che infliggere una penalità di partita al difensore biancoblù. In quei cinque minuti (al suo posto, in panchina s’accomoda De Luca) i ticinesi non solo si difendono molto bene, ma in shorthand, con Landry, sfiorano di un soffio il gol del vantaggio, chiudendo l’inferiorità numerica senza subire, tra gli applausi convinti della Gottardo Arena. Applausi che ripetono poi alla fine di un primo tempo piuttosto animato e divertente, pur se avaro di segnature.
Al rientro dagli spogliatoi, la prima occasione è dell’Ambrì, con Honka che riesce a controllare Kubalik davanti a Hollenstein, e il portiere grigionese se la cava senza danni. Poco dopo, lo stesso Kubalik ci riprova, ma la sua conclusione va a sbattere sulla faccia esterna del palo, anche se i biancoblù guadagnano comunque una superiorità, per una trattenuta sul conto di Dahlbeck. Come era già successo in occasione della penalità di Wüthrich, l’occasione migliore capita alla formazione in inferiorità numerica, con Knak che riesce a prendere tutti in velocità, ma Senn è bravissimo a evitare la capitolazione in shorthand. In ogni caso, l’Ambrì è la formazione più attiva, e al nono minuto beneficia di una seconda occasione con l’uomo in più, con Fora che cerca di arginare l’ennesima discesa di Kubalik, arpionandolo. In quei due minuti i ticinesi si creano due buone occasioni, con Bürgler e soprattutto De Luca, ma il gol non arriva. Tuttavia è solo questione di tempo: al 31’31’’, infatti, la squadra di Luca Cereda trova il meritato vantaggio, al termine di una gran bella combinazione tra il solito Kubalik, DiDomenico e Pestoni, con il ticinese che piazza il disco sotto la traversa, con Hollenstein ormai fuori causa. Il momento è favorevole: l’Ambrì ha il famoso ‘momentum’, mentre il Davos continua a caricarsi di penalità (stavolta a causa di una bastonata di Corvi a Zwerger), ma anche nell’occasione il powerplay leventinese non trova fortuna. E il raddoppio non sarebbe certo immeritato, sulla base di quanto visto nei secondi venti minuti.
In avvio di terzo tempo, com'era prevedibile, i grigionesi partono subito a tutta, e a Senn vengono subito i brividi, salvato una prima volta dal provvidenziale tocco di Kubalik, che è il più lesto a gettarsi su un disco senza padrone, poi dall'intervento di Douay, che spazza lo slot sventando un'imminente minaccia. La risposta dei padroni di casa è affidata ancora a Kubalik, la cui conclusione dalla distanza al trentacinquesimo s'infrange sulla traversa. La partita è equilibrata e incerta, e l'Ambrì la gioca con ordine, cercando di colpire al momento buono per mettere al sicuro il risultato: De Luca, Pezzullo e Müller ci provano, ma Hollenstein si salva. Poi, a cinque minuti dalla fine, uno sgambetto (pur involontario) costa due minuti di penalità a Kubalik, e in quei 120 secondi i quattro biancoblù in pista devono stringere i denti, ma superano indenni il momento difficile. Naturalmente gli ospiti premono, e a un minuto e mezzo dalla fine Holden gioca il tutto per tutto richiamando il portiere in panchina, ma la mossa non dà gli effetti sperati, e così l'Ambrì può festeggiare tre punti pesanti e meritati.
Ambrì Piotta - Davos (0-0 1-0 0-0) 1-0
Rete: 31'31‘’ Pestoni (DiDomenico, Kubalik) 1-0.
Ambrì Piotta: Senn; Heed, Curran; Zgraggen, Virtanen; Isacco Dotti, Wüthrich; Pezzullo; Müller, Heim, Grassi; Zwerger, DiDomenico, Kubalik; Pestoni, Kostner, Bürgler; Landry, Maillet, De Luca; Douay.
Davos: Hollenstein; Gross, Fora; Dahlbeck, Honka; Jung, Andersson; Barandun; Tambellini, Corvi, Stransky; Zadina, Egli, Kessler; Knak, Nussbaumer, Frehner; Parrée, Ambühl, Wieser; Gredig.
Arbitri: Hungerbühler, Kova (Fin); Steenstra (Can), Humair.
Note: 6'438 spettatori. Penalità: 1 x 2‘ + 1 x 5‘ e penalità disciplinare di partita (Wüthrich, al 10'55’‘) contro l'Ambrì Piotta; 3 x 2’ contro il Davos. Tiri in porta: 25-25 (4-12, 13-6, 8-7). Ambrì Piotta privo di Juvonen, Terraneo (in soprannumero), Zaccheo Dotti (ammalato) e Hedlund (Bellinzona Snakes); Davos senza Ryfors, Nordström (infortunati) e Guebey (in soprannumero). Al 44'35‘’ traversa colpito da Kubalik. Al 58'38’‘ timeout chiesto dal Davos, che gioca senza portiere dal 58'30’'. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Gilles Senn e Matej Stransky.