Prima il pareggio in extremis di DiDomenico a meno di un minuto dal sessantesimo, poi la fiondata del ceco all'overtime che suggella la pazza rimonta
Forte delle dieci reti segnate nelle sue ultime due uscite, contro Friborgo e Servette, l’Ambrì sale in quota per cercare la sorpresa contro un Davos che occupa il primo posto in classifica in coabitazione con lo Zurigo, e per l’occasione Luca Cereda mette sul ghiaccio la stessa formazione ammirata lunedì a Ginevra, con le sole eccezioni di Gilles Senn che rileva Juvonen tra i pali e di Isacco Dotti, che subentra in difesa a Terraneo.
Pronti, via, e dopo appena sei secondi c’è già la prima penalità del confronto, con Stransky che s’accomoda in panchina dopo una bastonata in faccia a Pezzullo. Il powerplay biancoblù prova subito a piazzarsi, ma fa una fatica boia a restare nel terzo, a causa di passaggi imprecisi o controlli approssimativi. Così, per vedere la primissima occasione dell’Ambrì bisogna attendere il sesto minuto, quando l’incredulo Landry eredita all’entrata dello slot un passaggio suicida di Egli per Barandun, ma nonostante la bella finta del numero 13, Aeschlimann non si lascia ipnotizzare. E sulla stessa azione, a Senn vengono i brividi, dopo una delle solite discese di Ambühl, seguita da un tocco di Parée da due passi, che sfugge al portiere biancoblù ma per sua fortuna va a morire un paio di centimetri oltre il palo di sinistra.
In verità, più passano i minuti, più sono i biancoblù a crearsi le occasioni migliori, soprattutto quelle sul conto di Kostner, che mette fuori su servizio di Pestoni, e poi DiDomenico, che non riesce ad avere la meglio su Aeschlimann. Ciò che, invece, poco dopo riesce a Calle Andersson, l’ex difensore del Lugano, che mette sulla porta un disco probabilmente sfiorato dal bastone del ceco Zadina. Sulle ali dell’entusiasmo, immediatamente i padroni di casa vanno vicinissimi al raddoppio, con Knak che si presenta davanti a Senn, ma dopo averlo aggirata, in tuffo e da posizione troppo angolata, trova soltanto il palo. Nel finale di tempo ci provano anche De Luca, la cui discesa nel terzo avrebbe meritato miglior sorte, e Pezzullo con una pericolosa conclusione da lontano, addomesticata però da Aeschlimann.
Purtroppo per i biancoblù, il periodo centrale comincia nel peggiore dei modi: alla prima puntata nel terzo ticinese, Stransky dà sfoggio della sua astuzia ritardando la conclusione verso la gabbia di Senn, aspettando che Corvi, Pezzullo ed Heed gli si parino davanti, mascherando la conclusione a fil di palo di cui il portiere leventinese s’accorge solo all’ultimo, per il gol del raddoppio al 20’41’’. L’Ambrì accusa un po’ il colpo, e il Davos per un paio di minuti moltiplica gli sforzi sul fronte offensivo, cercando di sfruttare il ‘momentum‘. La prima vera occasione biancoblù arriva al sesto minuto, quando Maillet aspetta il momento giusto per smarcare DiDomenico, la cui conclusione non trova però il bersaglio. Una buona occasione per provare a rientrare l’Ambrì ce l’avrebbe, al 27’16’’, quando Guebey si fa buttar fuori per una bastonata a Maillet, ma anche nell’occasione il powerplay ticinese manca di precisione, e solo nel finale di penalità arrivano un paio di conclusioni pericolose, sul conto di Kubalik, Virtanen e Pezzullo. Da quel momento in poi, comunque, la formazione di Luca Cereda ritorna con maggior frequenza dalle parti di Aeschlimann, con il coach ticinese che prova a fare qualche esperimenti tra i blocchi, con Douay che a più riprese viene piazzato a fianco dei canadesi Maillet e DiDomenico per provare a far valere la sua fisicità. Tuttavia, l’occasione più pericolosa di tutte, al trentaquattresimo, è ancora per i grigionesi, con Senn che è costretto a compiere il miracolo sul lanciatissimo Ambühl, a conclusione di un pericolosissimo contropiede in compagnia di Parrée.
Per l'Ambrì, le prime battute del terzo tempo sembrano una fotocopia di quelle del secondo, con la differenza che la conclusione a botta sicura di Knak dopo appena una ventina di secondi si stampa sul palo della gabbia di Senn, invece di finire in rete. Il Davos prova a insistere, ma l'occasione grossa come una casa capita agli ospiti, quando, al quinto minuto, quattro grigionesi su cinque si fanno cogliere in fallo nel terzo offensivo avversario, ma quando parte – improvviso – il break in 3 contro 1, con Landry che sta a guardare, il contropiede viene gestito malissimo da Kubalik, con Barandun che riesce a sporcare dapprima il passaggio del ceco a Zwerger, e poi anche a disturbare la conclusione dell'austriaco. Alla fine, però, l'Ambrì il gol lo trova, al 46'48‘’: Fora controlla male un disco lanciato nell'angolo di Isacco Dotti, Grassi legge bene la situazione e scarica all'indietro per André Heim, che va a segno per la seconda sera di fila, piazzando il puck sul palo più lontano della gabbia di Aeschlimann. A quel punto la partita è del tutto rilanciata, con i biancoblù che spingono, anche se l'occasione più ghiotta in fondo è per i padroni di casa, con Senn che si deve superare per dire di no al tentativo di Nussbaumer, liberissimo nello slot. A furia di crederci, arriva anche il pareggio, ed è davvero meritato: lo firma Floran Douay, che dopo aver giocato un po‘ dappertutto finisce in seconda linea, a fianco di Kubalik e Landry, con il francese che si trova al punto giusto nel momento giusto, per il tap-in dopo una mischia davanti alla porta gialloblù. Il problema, semmai, è che neppure un minuto dopo, in situazione di penalità differità per una trattenuta fischiata a Kostner, il puck arriva a Stransky che infila tra i gambali di Senn il nuovo vantaggio, al 56'24’‘. Sembra finita, invece no: Cereda toglie il portiere a un minutino dalla fine, e poco dopo DiDomenico compie un capolavoro, smorzando un tiro di Virtanen che non lascia scampo ad Aebischer, per il gol del pareggio al 59'07’‘.
Così, per la dodicesima volta in stagione l'Ambrì va al prolungamento, che i biancoblù iniziano a 4 contro 3, per un'ingenua penalità di Gredig nel finale dei tempi regolamentari, e la prima conclusione in porta è una sberla sotto la traversa, imparabile per Aebischer, che manda al tappeto il Davos capolista.
Davos - Ambrì Piotta (1-0 1-0 1-3 0-1) d.p.3-4
Reti: 14’57’’ Zadina (Andersson, Jung) 1-0. 20’41’’ Stransky 2-0. 46'48’‘ Heim (Grassi, Wüthrich) 2-1. 55'36’‘ Douay (Landry, Kubalik) 2-2. 56'24’‘ Stransky (penalità differita contro Kostner) 3-2. 59'07’‘ DiDomenico (Virtanen, Heed/a 6 contro 5) 3-3. 60'23‘’ Kubalik (Virtanen, DiDomenico/esp. Gredig) 3-4.
Davos: Aeschlimann; Gross, Fora; Dahlbeck, Honka; Jung, Andersson; Barandun, Guebey; Knak, Corvi, Stransky; Tambellini, Nussbaumer, Frehner; Zadina, Egli, Kessler; Parrée, Gredig, Ambühl.
Ambrì Piotta: Senn; Pezzullo, Heed; Zgraggen, Virtanen; Isacco Dotti, Wüthrich; Zaccheo Dotti; De Luca, Maillet, DiDomenico; Kubalik, Landry, Zwerger; Pestoni, Kostner, Bürgler; Müller, Heim, Grassi; Douay.
Arbitri: Borga, Dipietro; Bachelut, Cattaneo.
Note: 4’300 spettatori. Penalità: 4 x 2’ contro il Davos; 2 x 2’ contro l’Ambrì Piotta. Tiri in porta: 22-33 (6-12, 8-8, 8-12, 0-1). Davos senza Ryfors, Nordström (infortunati) e Wieser (ammalato); Ambrì Piotta privo di Curran (infortunato), Terraneo (in soprannumero), Hedlund e Fadani (con i Bellinzona Snakes). Pali: 15’12’’ Knak, 40'24‘’ Knak. Al 59'46’‘ timeout chiesto dall'Ambrì, che gioca senza portiere dal 58'55’‘ al 59'07’'. Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Sandro Aeschlimann e Gilles Senn.