L'analisi del numero 87 dell'Ambrì: ‘Nel possesso del disco lo Zurigo è stato superiore, ma noi questo successo ce lo siamo guadagnato col sacrificio’
Il 20 settembre, il colpaccio l’aveva solo sfiorato, soccombendo nel supplementare di una partita che ancora a due minuti dalla terza sirena sembrava avere in mano. Stavolta, invece, l’Ambrì Piotta è andato fino in fondo, uscendo dalla Swiss Life Arena con i tre punti in tasca. Una piccola grande impresa che sinora in stagione non era riuscita a nessuno. Anzi, a non perdere era stato unicamente il Davos, riuscito sì a domare i Lions, ma solo dopo il sessantesimo. Se ci aggiungiamo che, prima di ieri, nel loro fortino, oltre che contro i grigionesi, gli uomini di Marc Crawford avevano perso punti unicamente contro Friborgo, Ajoie, Rapperswil, Ginevra Servette, e, come detto, gli stessi biancoblù, ecco che l’exploit confezionato in un venerdì memorabile da Zgraggen e compagni assume in tutto e per tutto i contorni dell’impresa. Anche perché, pure, i Lions alla sfida si presentavano in coda a quattro vittorie consecutive in campionato, a cui si aggiunge quella ottenuta in Champions League a Berlino.
Proprio il difensore urano è la personificazione della tenacia e dello spirito del sacrificio con cui i leventinesi sono andati a prendersi la vittoria, capitalizzando ogni minima occasione e chiudendo ottimamente i ranghi nelle retrovie, lasciando pochissimi spazi a una compagine capace di pungere come e quando vuole. Nelle battute iniziali del secondo tempo, nel tentativo di fare da scudo alla porta difesa da Senn, Zgraggen rimedia una discata in pieno volto su tiro di Kukan. Il numero 58 va a sangue, imbocca il corridoio che porta negli spogliatoi. Trascorsa una decina di minuti servita a farsi medicare la ferita, eccolo però tornare a prendere posto sulla panchina biancoblù, e qualche cambio dopo lo si rivede nuovamente in pista.
«Questo è un successo meritato, una partita vinta con lo spirito del sacrificio», sottolinea, in sede di analisi, Dario Bürgler ai microfoni della Rsi. L’attaccante svittese però non si fa prendere dall’euforia: «Per molti aspetti, stasera abbiamo disputato una grande partita, anche se a essere onesti lo Zurigo nel gioco con il possesso del disco ha mostrato più potenza rispetto a noi. Noi siamo però stati bravi a trovare il modo per vincere, in particolare segnando nelle situazioni chiave». Già, come quelle due superiorità numeriche che nel primo tempo hanno appunto permesso agli uomini di Cereda di andare alla prima pausa in doppio vantaggio, con il primo gol della serata siglato proprio dal numero 87. «Sì, le reti trovate a 5 contro 4 a inizio partita (addirittura con i primi due tiri indirizzati nello specchio della porta difesa da Hrubec!, ndr) ci hanno agevolato il compito, ma sono anche state diverse altre cose ad andare per il verso giusto, le stesse che nelle ultime partite ci erano state avverse, contribuendo a questa vittoria. Come i tiri bloccati o, ancora, le due reti a porta vuota che hanno definitivamente chiuso il confronto».
Una vittoria buona per il morale e anche per la classifica, centrata con due reti in powerplay, una a 5 contro 5 e due a porta vuota (entrambe di DiDomenico), certo, ma anche costruita grazie a una difesa ermetica, sorretta da un Senn in versione pigliatutto (o quasi): «Lo Zurigo per lunghi tratti ci ha costretti nel nostro settore difensivo, ma ce la siamo cavata tutto sommato bene, lasciando loro poco spazio per arrivare sullo slot, costringendoli a tirare il più delle volte dalla distanza. E Senn, dietro, ha disputato davvero una grande partita».
Domati i Leoni zurighesi, Dario Bürgler e compagni torneranno in pista già stasera, quando alla Gottardo Arena sarà di scena il Davos.