A Bienne portieri protagonisti, e anche stavolta l’Ambrì se ne torna a casa con un solo punto. ‘È nei momenti difficili che si vede la forza di un gruppo’
Si dice spesso che un portiere è ottimo quando riesce a tenere in partita la propria squadra con le sue parate, permettendole di giocarsi la vittoria fino alla fine. E dopo aver assistito a Bienne-Ambrì, tutto si può dire tranne che Gilles Senn non abbia fatto (e bene) il suo lavoro, in un venerdì che in apertura sembra piuttosto destinato a tingersi di biancoblù, ma poi la partita si fa equilibrata e incerta sino alla fine, pur se non passerà alla storia per essere stata la partita più spettacolare di sempre. Di spettacolare, però, c’è Senn, appunto, autore di tre o quattro interventi a dir poco decisivi, e che nei 64 e rotti minuti che durerà la serata non avrà nulla di che invidiare al ben più illustre collega in maglia bernese, quell’Harri Säteri che non necessita naturalmente di presentazioni. Ed è vero che, a conti fatti, tra i due portieri è Säteri ad avere più lavoro da compiere, tuttavia il povero Senn si è visto più volte costretto a fare i conti con situazioni di inferiorità numerica davanti allo slot, e se in un’occasione a metterci una pezza è Zaccheo Dotti (su Sallinen), negli altri casi è lui a tener la gabbia inviolata, rimediando a forzature o a un paio di dischi persi malamente. Su tutti, quello che ha portato Chris DiDomenico a cercare di salvarsi commettendo il fallo ai danni di Yakovenko da cui nascerà la superiorità numerica che condurrà Rajala al pareggio, al ventinovesimo. DiDomenico che, detto per inciso, deve naturalmente ancora trovare la sua giusta collocazione all’interno del gioco, ma che in ogni caso è parso più ispirato nelle fasi conclusive del match.
Vista la mole di lavoro svolta, è un peccato che alla Tissot Arena sia andata a finire in quel modo per l’Ambrì. Soprattutto pensando a come si erano messe le cose per i ragazzi di Cereda in un primo tempo segnato dal vantaggio in powerplay di Bürgler, dominato ai punti, per usare un’espressione pugilistica, dal rientrante Pestoni e dai suoi compagni, che si sono mostrati parecchio ispirati e attivi. In verità sull’arco di tutto il confronto sono i ticinesi a farsi preferire sul piano offensivo, non solo per la quantità di tiri in porta (35 a 21, dicono le statistiche) ma in fondo anche per la posizione di partenza dei tiri stessi, siccome una dozzina di quelle conclusioni è stata scagliata da due passi. Il problema, anche per colpa di Säteri, sia ben chiaro, è che quelle ottime chance non sono state tramutate in rete, ma non è certo la prima volta in stagione che l’Ambrì non riesce a proseguire sullo slancio di un confronto iniziato bene, per dare una piega se non proprio decisiva perlomeno decisa alla serata. «Dobbiamo trovare il modo di mettere più distanza tra noi e gli avversari, giocando con più aggressività davanti alla porta avversaria – dice, ai microfoni di Rsi, l’autore dell’unico gol biancoblù, Dario Bürgler –. Dobbiamo riuscire a vincere queste partite, ma di questi tempi troviamo sempre un modo per perderle. Anche se, questo lo possiamo dire, la fase difensiva ora c’è, e per come la vedo io è meglio perdere una partita 2-1 anziché 5-4». Sta di fatto che quella della Tissot Arena è ormai la sesta sconfitta delle ultime sette uscite. «Ma io non sono preoccupato – conclude Bürgler –, perché la forza di un gruppo la si vede proprio nei momenti difficili, e il nostro è un gruppo unito. Starà a noi cercare le soluzioni, e prima o dopo torneremo a vincere».