Fazzini e compagni hanno di che rammaricarsi, dopo un’altra sconfitta fuori casa. ‘Ma non è mal da trasferta: dobbiamo indirizzare meglio le partite’
Friborgo – È un’aria di sconforto e di delusione quella che si respira nei corridoi al termine della partita. E delusione è la parola più corretta per descrivere la prova del Lugano sabato sera, in una partita che la truppa di Luca Gianinazzi poteva e avrebbe dovuto vincere, ma l’imprecisione e la poca convinzione in zona offensiva le hanno impedito di portare la contesa dalla sua parte. Basta pensare a quanto successo durante il periodo centrale, dove il gioco era completamente nelle mani della squadra ticinese, che per lunghi tratti ha dominato e impedito al Friborgo di creare gioco, ma alla prima vera occasione la squadra di casa riesce a trovare il doppio vantaggio, spezzando di fatto le gambe ai bianconeri. È mancata la capacità di sfruttare le numerose occasioni create, come spiega Luca Fazzini: «Abbiamo creato di più e concesso poco, ma loro segnano e noi no – dice l’attaccante momò –. Abbiamo sofferto la loro pressione, ma l’impressione è che sul piano del gioco siamo stati migliori, ma il disco non è entrato. Volevamo terminare il weekend con sei punti, non ci siamo riusciti». Va anche evidenziata una buona dose di sfortuna, con diversi ferri colpiti e Berra in uno stato di grazia, ma agli attaccanti bianconeri è mancata la precisione e la giusta cattiveria per tramutare in rete le diverse occasioni create. Infatti, spesso viene sbagliato l’ultimo passaggio, come nel caso di Zohorna che ha malamente sprecato due contropiedi, o i numerosi tiri scagliati verso la porta avversaria sono poco convincenti. Viene quindi spontaneo domandarsi come mai il Lugano non riesca a sfruttare meglio queste opportunità, domanda che è stata girata all’allenatore bianconero: «Dobbiamo giocare in maniera più semplice davanti alla porta – spiega Luca Gianinazzi –. È necessario lavorare quotidianamente sull’esecuzione, è l’unica maniera per girare questa tendenza».
A destare maggior preoccupazione dopo il back to back di questo weekend è la situazione in difesa: infatti in entrambi i match Alatalo e compagni sono stati imprecisi e sono troppi gli errori in fase difensiva, che di fatto hanno permesso agli avversari di segnare diverse reti con pochi tiri a disposizione. Da segnalare anche la situazione infortuni: dopo lo svedese Dahlström, ai box per almeno un’altra settimana, anche Hausheer sabato sera non è sceso in pista dopo un problema fisico, come confermato da Gianinazzi. E se il ventunenne difensore dovesse saltare i prossimi impegni, lo staff bianconero si ritroverebbe con una coperta estremamente corta in retrovia, con solo sei giocatori a disposizione tra cui il neoacquisto Meile, che necessita ancora di tempo e pazienza per crescere e accumulare esperienza. Va posto quindi l’accento su quello che è stato il mercato, con in particolare la gestione di Andersson, ceduto al Davos quando il campionato era già iniziato. In una situazione come questa il figlio d’arte sarebbe sicuramente tornato utile, soprattutto per garantire la necessaria profondità al lineup.
Un tema importante emerso dopo la sfida di sabato sera è quello della produzione offensiva del terzo e del quarto blocco, con i giocatori del bottom six capaci di segnare fin qui soltanto sette reti. Come già successo la scorsa stagione, persiste una certa dipendenza dai giocatori chiave, infatti quando la prima linea bianconera viene neutralizzata, come accaduto sabato, diventa ancora più evidente la mancanza di incisività e di esplosività delle seconde linee. Questo problema si manifesta soprattutto in trasferta, dove gli avversari riescono a limitare costantemente le bocche da fuoco bianconere. L’andamento in questo inizio di campionato del Lugano vede un rendimento perfetto davanti ai propri tifosi, mentre nelle partite fuori casa viene conteggiata una sola vittoria: «Avremmo dovuto vincere le partite in trasferta con la mole di gioco creata – replica l’allenatore ticinese –. Il nostro problema è questo, non siamo in crisi fuori casa, semplicemente dobbiamo trovare la maniera per indirizzare le partite dalla nostra parte».
Queste parole rispecchiano perfettamente l’inizio di stagione dei bianconeri, ai quali non si può rimproverare nulla sul piano del gioco e dell’intensità, è però necessario trovare la via per chiudere le partite quando si hanno le giuste occasioni. In tutti i match disputati finora, Sekac e compagni hanno praticamente dato l’impressione di dominare sul piano del gioco, non riuscendo però a dare quell’impronta decisiva alle partite che permetterebbe loro di competere per le posizioni più prestigiose della classifica. È ancora presto per trarre conclusioni, ed è inutile lanciare allarmismi, ma se il Lugano vorrà fare bene per il resto della stagione andranno migliorati i famosi dettagli emersi dopo la sconfitta in quel di Friborgo.